6. «La barba» disse lui, una quarantina di minuti più tardi. Erano a letto, nudi e assonnati, e in realtà Erin si sarebbe addormentata volentieri, anche se era ancora piuttosto presto. Lo guardò in silenzio. Lui sospirò. «Dico, hai ragione. Ora vado a farmela». Un sorrisetto quasi invisibile. «Oppure potresti farmela tu». Erin sbadigliò. «Quanto sei comodo. stasera». «Mi hanno viziato» ammise lui. Si alzò, nudo com’era, e andò a prendere la schiuma da barba e un rasoio nella sua sacca. Si muoveva in modo lento, indolente, sexy che lo volesse o meno. Erin si alzò a sua volta, si infilò un kimono corto di seta azzurra, si strinse in vita la cintura e lo seguì in bagno. «Forza, mi hai convinta» disse, prendendogli il rasoio dalle mani. Lui continuò a spalmarsi la schiuma da barba, ma le