Capitolo I
Appoggiò con cura la scala al possente tronco. Si assicurò che fosse ben salda e salì adagio, facendo attenzione a non gualcire il suo raffinato abbigliamento. Arrivata al punto giusto, estrasse dal sacco a tracolla il largo drappo di pesante seta e sganciò dalla cintura l'apposito attrezzo. Collocata a dovere la stoffa, emise un profondo sospiro di soddisfazione e ansia. Era giunta alla fine. Dopo tanti anni, quella notte sarebbe stata l'ultima. Poi tutto sarebbe cambiato. Un sottile brivido corse lungo la schiena. O forse, no. Il dubbio si affacciava per la prima volta nella sua mente. Scosse con decisione il capo, come se bastasse negare quella eventualità perché non accadesse. "No." si disse risoluta. Si era impegnata a lungo, senza lasciare nulla al caso, prevedendo tutto. Aveva fatto troppo perché le cose andassero storte. Era a un passo dal traguardo. Ancora pochi dettagli, tutti opportunamente pianificati, e finalmente il suo piano si sarebbe completato.
La luna non era ancora al suo primo quarto, ma la luce che emanava era bianchissima e forte. Ogni cosa, inondata d'argento, era ben visibile. Lei se n'era rallegrata. Preferiva così anche se, conoscendo il luogo alla perfezione, avrebbe potuto muoversi con sicurezza nella più totale oscurità.
Fissò il motivo per cui si trovava lì. Respirò profondamente la gelida aria notturna e, con mano esperta, vibrò un unico colpo. Staccandosi di netto, l'ammasso fronzuto cadde nel telo sottostante. Compiaciuta, ripose l'utensile e rimosse le estremità della stoffa che chiuse poi con delicatezza. Col suo prezioso bottino stretto in una mano, che tratteneva anche un lembo della lunga veste, si apprestò a scendere reggendosi con l'altra.
Arrivata a terra, collocò l'involto nella sacca. Sistemandosi la tracolla sulla spalla, la cintura si sganciò. Si biasimò duramente per non aver fatto sostituire la fibbia. Era stata riparata diverse volte da un abile artigiano che, l'ultima volta, le aveva detto di non poter fare di più e l'aveva consigliata di cambiarla. Quella chiusura era più di un pregiato pezzo d'antiquariato, era un caro ricordo e lei, solo per uno stupido sentimentalismo, aveva desistito, rassicurandosi che le sarebbe servita ancora per poco.
Nell'intento di impedire che cadesse a terra – non poteva permettere un tale sacrilegio – si mosse rapida, ma la sua mano afferrò solo l'aria. Un attimo dopo, avvertì un dolore lacerante alla nuca. Pur opponendosi con tutte le sue forze, il suo corpo si accasciò al suolo.
In quella frazione di secondo, capì che tutto era finito. Il suo progetto, così accuratamente studiato, svaniva. Il suo scopo, tanto importante, non sarebbe mai stato raggiunto. La sua vita … Era l'ultima cosa che le importava. Tutto era perduto.
L'ultima cosa che vide, fu una mano guantata che le toglieva di mano la sacca, senza che lei riuscisse ad impedirlo.
Nella sua mente gridò a squarciagola NOOOOOOOO all'infinito.