L’ASSENZA DEL SIGNOR GLASS-2

2090 Words
Prima che il dottore potesse terminare la frase, una chiamata più impaziente della prima, venne dal difuori; qualcuno con vesti fruscianti si era introdotto precipitosamente in fondo al corridoio, e quando la porta si aprì, apparve la figura di una giovanetta decentemente vestita, ma tutta scompigliata e accalorata per la corsa. I suoi biondi capelli erano in disordine, e il suo volto si sarebbe potuto dire perfettamente bello, se non fosse stato per il rilievo delle guance e il colorito troppo vivo alla maniera scozzese. Il suo modo di scusarsi fu quasi imperioso come un comando: – Mi dispiace di interromperla signore – essa disse – ma ho dovuto venir subito a chiamare Padre Brown; si tratta di vita o di morte. Padre Brown si alzò in piedi concitato. – Che cosa è accaduto, Maggie? – disse. – Giacomo è stato assassinato per quanto io posso capire – rispose la fanciulla ancora ansante. – Quell’uomo, Glass, è stato ancora con lui; li ho sentiti chiaramente parlare attraverso la porta. Erano due voci diverse: quella di Giacomo, bassa e cadenzata, l’altra acuta e trillante. – Quell’uomo, Glass? – ripeté il prete perplesso. – Ora so che il suo nome è Glass – rispose la fanciulla con impazienza. – L’ho sentito da dietro la porta. Essi litigavano per affari di denaro, credo, perché ho udito più volte Giacomo dire: «Così va bene, signor Glass», oppure: «No, signor Glass», e così via. Ma smettiamo di chiacchierare; voi dovete venire subito, e forse saremo ancora in tempo. – Ma tempo per che cosa? – domandò il Dottor Hood che fino allora aveva osservato e studiato la fanciulla con vivo interesse. – Che cosa c’è nel signor Glass e nei suoi imbarazzi finanziari che richieda un così pronto intervento? – Ho provato ad abbattere la porta, ma non ci son riuscita, – risposte prontamente la ragazza – allora son corsa dalla parte dietro la casa, e mi sono arrampicata sul davanzale della finestra che guarda dentro la stanza. Era tutto scuro e sembrava che non ci fosse nessuno, ma posso giurare che ho visto Giacomo buttato in terra come un sacco, come se l’avessero strangolato o pugnalato. – È una cosa molto seria – disse Padre Brown, raccogliendo cappello e ombrello e alzandosi, – proprio ora stavo parlando del vostro caso con questo signore, e il suo giudizio... – Ora ha subìto delle modificazioni – disse gravemente lo scienziato. – Io non credo che questa signorina sia così celtica come avevo pensato. Siccome al momento non ho nulla da fare, prenderò il cappello e m’avvierò con voi. In pochi minuti tutti e tre erano vicini all’estremità della squallida via dove abitava la signora MacNab. La fanciulla precedeva risoluta e ansante, a passi lunghi alla maniera dei montanari; venivano dietro il criminologo con un garbo signorile, non disgiunto da una certa rapidità felina e il prete a un trotto energico, privo di ogni eleganza e distinzione. L’aspetto di quel punto estremo della città giustificava l’accenno fatto dal dottor Hood, riguardo all’influenza che luoghi desolati e monotoni possono avere sulla fantasia: case sparse, lontane fra loro, senza continuità di linea, lungo la riva del mare; un pomeriggio scialbo che languiva in un tramonto opprimente e fosco; il mare di un rosso nerastro che mormorava minacciosamente. Nel pezzetto di giardino che dietro la casa dei MacNab si stendeva verso la spiaggia, si rizzavano due alberi neri e sterili, i cui rami nudi sembravano mani diaboliche stese in alto come per stupore; e quando la signora MacNab corse giù per la strada incontro ai tre che venivano, con le mani protese e la faccia stravolta, sembrava anch’essa davvero un demonio. Il dottore e il prete risposero appena alle sue assordanti ripetizioni del racconto di sua figlia, a cui aggiungeva per proprio conto dettagli scompigliati; ora minacciando vendetta contro Glass per l’assassinio commesso, ora imprecando contro Todhunter per essersi fatto assassinare, o per aver osato porre gli occhi sulla sua figliola, o per essere morto prima di sposarla. Percorsero tutti insieme gli stretti corridoi della parte anteriore della casa finché giunsero alla porta dell’inquilino; allora il Dottor Hood con un trucco da vecchio poliziotto, spingendo poderosamente con la spalla un battente della porta, aprì e irruppe nella stanza. Una scena di silenziosa catastrofe si presentò ai loro occhi. Nessuno, dopo aver gettato là dentro uno sguardo anche solo di sfuggita, avrebbe potuto dubitare che quella camera fosse stata il teatro di una tremenda lotta fra due o forse più persone. Carte da gioco allineate sulla tavola o sparse sul pavimento come se una partita fosse stata interrotta: su di un altro tavolo due bicchieri da vino pronti per essere riempiti, mentre un terzo era sul pavimento, in mille pezzi; a pochi passi da questo, un’arma sottile e diritta che poteva essere un lungo coltello o una corta spada, ma con un manico tutto ornato e dipinto. La sua fosca lama riluceva sinistramente alla poca luce che penetrava dalla finestra, da cui si scorgevano gli alberi scuri sullo sfondo plumbeo del mare. Verso l’angolo opposto della camera era rotolato un cappello alto di seta da uomo, come se qualcuno l’avesse allora allora fatto saltar via dalla testa di chi lo portava, e tanto faceva questa impressione, che sembrava di vederlo ancora rotolare. Finalmente nell’angolo dietro a questo, gettato come un sacco di patate, ma legato come un baule in viaggio, giaceva il signor Giacomo Todhunter; con una sciarpa stretta alla bocca e sei o sette corde annodate intorno ai gomiti e ai fianchi. Il dottor Hood si fermò qualche istante sulla soglia e fiutò quell’aria di muta violenza. Poi si avanzò rapidamente sul tappeto, raccolse il cappello di seta, e con gravità lo pose sulla testa dell’immobilizzato Todhunter. Per questi il cappello era così largo che quasi gli scivolò sulle spalle. – Il cappello del signor Glass! – disse il dottore tornando indietro e osservando nell’interno con una lente da tasca. – Come spiegare l’assenza del signor Glass e la presenza qui del suo cappello? Perché il signor Glass non è un uomo disordinato nei suoi indumenti. Questo cappello è di forma elegante e abitualmente spazzolato e lucidato, benché non molto nuovo: di un vecchio damerino, penserei! – Ma, per amor del cielo! – gridò la signorina MacNab – non pensate prima a slegare il poveretto? – Ho detto vecchio appositamente, benché non con certezza – continuò l’espositore. – La mia ragione per dir questo può sembrare un po’ peregrina. I capelli degli esseri umani cadono in grado molto diverso, ma quasi sempre cadono a poco a poco, e io dovrei vedere con la lente dei piccoli capelli in un cappello portato recentemente. Qui invece non ve ne sono, ciò che mi fa pensare che il signor Glass sia calvo. Ora se mettiamo insieme queste due cose: una testa senza capelli, e una voce acuta e querula, come quella che la signorina MacNab ha così vivamente descritta (pazienza, mia cara signorina), possiamo dedurne che l’uomo fosse in età piuttosto avanzata. Nondimeno, egli era probabilmente robusto e quasi certamente di alta statura. Per questo posso riferirmi al racconto della sua prima comparsa alla finestra, in cui vien descritto come un uomo alto con cappello di seta; ma io credo di avere un giudizio più certo. I frammenti di questo bicchiere da vino sono sparsi per tutta la camera, ma uno di essi è saltato sulla mensola vicino al caminetto, ciò che non sarebbe accaduto, se il bicchiere fosse stato gettato in terra da un uomo di statura mediocre come il signor Todhunter. – Non si potrebbe aprire una parentesi, e liberare dai suoi lacci il signor Todhunter? – disse Padre Brown. – L’avvertimento che ci viene da questi bicchieri non finisce qui – continuò lo specialista. – Potrei dire subito che forse il signor Glass era calvo e nervoso per disordini di vita più che per l’età. Il signor Todhunter, come è stato notato, è una persona tranquilla, economa, e soprattutto non beve alcoolici. Queste carte e questi bicchieri da vino non fanno parte delle sue abitudini; essi sono qua per un caso particolare, per un compagno venuto. Ma possiamo andar anche più lontano colle nostre supposizioni. Questi bicchieri possono appartenere o no al signor Todhunter; ma a ogni modo, di vino non si vede traccia. Allora, che cosa dovevano contenere questi bicchieri? Io penserei del brandy o del whisky, forse di un genere sopraffino, che il signor Glass aveva portato nelle tasche. In questo modo noi abbiamo come una pittura, se non dell’uomo, del tipo: alto, di una certa età, elegante, facile all’ira, certo amante del bere, e forse anche eccessivamente. Il signor Glass è un signore ben conosciuto nella società mondana. – Dia retta, – esclamò la ragazza – se lei non mi lascia passare per scioglierlo dai lacci, io vado fuori e chiamo la polizia. – La consiglio di non farlo, signorina, – disse con serietà il Dottor Hood – non abbia fretta di cercare la polizia. Padre Brown, vi prego di tener tranquille queste vostre pecorelle, non per me, ma per il loro bene. Ora che noi abbiamo veduto qualche cosa della figura e delle qualità del signor Glass, quali sono i principali fatti conosciuti riguardanti il signor Todhunter? Sono tre: egli è economo, è più o meno ricco, ed ha un segreto. È chiaro che questi sono i tre contrassegni del brav’uomo che si presta a essere ricattato. Ed è ugualmente chiaro che la meschina eleganza, le abitudini spenderecce e l’acuta irritazione del signor Glass sono indizi dell’uomo che vuol fare un ricatto. Abbiamo così le due figure tipiche di una tragedia in cui si vende il silenzio per danaro; da una parte l’uomo rispettabile che ha un segreto, dall’altra l’avvoltoio dei bassi fondi sociali che cerca il mistero per sfruttarlo. Questi due uomini si sono incontrati qui, han attaccato lite, e han finito a pugni e coltellate. – Vuole togliere queste corde, sì o no? – domandò risoluta la fanciulla. Il dottor Hood posò il cappello di seta sul tavolo, andò verso l’uomo legato a terra. Lo studiò intensamente, muovendolo un poco, e voltandolo a metà per le spalle, ma rispose soltanto: – No, io credo che queste corde stiano bene dove sono, finché i vostri amici poliziotti porteranno le manette. Padre Brown che fino allora era stato pensieroso a occhi bassi, sollevò la sua faccia tonda e disse: – Che cosa intendete? L’uomo di scienza intanto aveva raccolto lo strano spadino dal tappeto, e mentre lo esaminava accuratamente, rispose: – Perché voi trovate il signor Todhunter legato, subito correte alla conclusione che il signor Glass l’abbia legato così e che poi, forse, si sia messo in salvo. Ci sono quattro obiezioni da fare. Primo: per qual ragione un uomo così ordinato avrebbe trascurato di prendere il suo cappello se fosse partito di sua spontanea volontà? Secondo: – continuò andando verso la finestra – questa è la sola uscita, ed è chiusa a chiave dal di dentro. Terzo: quest’arma ha un po’ di colore sanguigno alla punta, ma sul signor Todhunter non si vedono ferite. Il signor Glass, vivo o morto, ha portato con sé la sua ferita. A tutte queste, aggiungiamo una probabilità capitale: è più verosimile che la persona assalita abbia cercato di uccidere il suo incubo, che non l’assalitore abbia voluto disfarsi dell’oca preziosa che cova uova dorate. Questa è, a mio parere, la più attendibile spiegazione del fatto. – Ma le corde? – interrogò il prete, i cui occhi erano rimasti spalancati con un’ammirazione piena di smarrimento. – Oh, le corde! – disse l’esperto scienziato con un tono speciale di voce. – La signorina era ansiosa di sapere perché non ho subito liberato il signor Todhunter dai suoi lacci. Ebbene, ora glielo dirò. Non l’ho fatto perché il signor Todhunter può scioglierli da sé appena egli lo voglia. – Come? – gridarono i presenti con toni diversi di stupore. – Ho osservato bene tutti i nodi di quelle corde – replicò il dottor Hood tranquillamente. – Me ne intendo di nodi; essi sono un ramo non trascurabile della scienza criminale. Ognuno di questi nodi è stato fatto da lui stesso, e da lui stesso può essere sciolto. Nessuno di essi potrebbe esser stato fatto da un nemico che avesse inteso veramente di renderlo impotente. Tutto questo affare di corde è un abile trucco per far credere che lui è la vittima della lotta, invece di quello sciagurato Glass, il cui corpo sarà forse nascosto nel giardino o spinto e schiacciato nel camino.
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