CAPITOLO 1-4

2394 Words
“Ecco, quel disgraziato si sta già divertendo, io invece devo farmi tutte le scale con questi stupidi cosini alle costole e per di più sono disarmata!” Si fermò sul pianerottolo e portò in avanti un braccio. Un’onda d’urto colpì i mostri che furono sbalzati all’indietro. Ivy guardò le proprie mani. A quanto pareva finalmente i suoi poteri stavano cominciando a tornare. Provò nuovamente ad evocare l’Acheron, ma ancora una volta la spada non comparve. “Ma uffa!” protestò imbronciata. Dei passi veloci sulle scale le fecero capire che altri mostriciattoli stavano risalendo dal piano terra. “Ma quei cosi non finiscono più?” Ricominciò a correre, pregando di trovare una porta al più presto, e finalmente vide l’entrata per il terzo piano. Si lanciò contro sfondandola e andò a sbattere contro il vampiro dai capelli neri facendo cadere entrambi a terra. “Ma guarda dove metti i piedi!” protestò il vampiro schiacciato sotto il suo peso. “Io?! Brutto pezzente, mi fai fare tutta la strada a piedi e osi anche lamentarti?!” urlò Ivy trattenendosi a stento dallo strangolarlo. I tre mostri giunsero a loro volta sul pianerottolo e balzarono contro di loro, ma il vampiro li uccise centrandoli velocemente alla testa. Ivy lo guardò confusa. “Dove hai trovato quella pistola?” “Non ha importanza, muoviamoci: dobbiamo ritrovare le nostre cose.” tagliò corto il vampiro rimettendosi in piedi. Un ruggito alle loro spalle costrinse entrambi a voltarsi. “Non ci credo, quell’essere è ancora vivo!” esclamò Ivy incredula. Il mostro che aveva contagiato il vampiro apparve sul pianerottolo delle scale, inesorabile. Il vampiro puntò la pistola contro di lui, ma la vista gli si annebbiò di colpo ed esitò a sparare. “Che stai aspettando, spara!” urlò la ragazza indietreggiando impaurita, ma lui non accennò a fare fuoco. “Ti vuoi decidere a sparare?!” “Non riesco… a prendere la mira…” mormorò il vampiro sbattendo più volte gli occhi. Il mostro scattò contro di loro. Ivy rubò la pistola di mano al vampiro e fece fuoco diverse volte, rallentando la sua corsa. Continuò a sparare ininterrottamente fino a quando il mostro non stramazzò al suolo, sciogliendosi in una pozza scura come al solito. Il rumore di un altro corpo che cadeva a terra la costrinse a voltarsi. “Capellini neri, non morire proprio adesso!” urlò correndo a soccorrere il vampiro che giaceva esanime a terra. “Ci siamo quasi, resisti ancora un po’!” Prese un suo braccio e, fattolo passare dietro il collo, lo sollevò di peso a fatica, correndo poi dentro uno dei tanti laboratori. Lo distese su un lettino, sbarrò la porta con una scansia ed entrò nella stanza vicina. Sulla porta c’era il simbolo Pericolo Biologico, forse era sulla pista giusta. Si guardò intorno e notò una cassaforte a muro collegata a una tastiera alfanumerica. Si avvicinò con circospezione, osservando i tasti indecisa. “Cosa dovrei scrivere?” Provò a scrivere la parola virus, ma sul display lampeggiò una spia rossa. “Proviamo con… Zombie!” tentò nuovamente, ma ancora una volta si illuminò la luce rossa. Spazientita, continuò a scrivere tutte le parole che le venivano in mente, compresi alcuni insulti per sfogarsi. “Uffa! Non è possibile essere così vicini ma allo stesso tempo così lontani dalla soluzione!” sbottò lasciandosi cadere su una sedia. Poteva sempre provare a forzare la cassaforte e distruggerne la porta, ma aveva paura di rompere anche le cose al suo interno. Si prese la testa tra le mani, piegandosi in avanti. Da quando si era svegliata non aveva fatto altro che vivere una situazione assurda dopo l’altra, come se fosse tutto un sogno. Ebbe di nuovo la sensazione di trovarsi dentro il videogioco a cui aveva dedicato così tante ore in compagnia di Sebastian, l’ambientazione, i mostri, l’intera vicenda. Si rialzò e tornò davanti alla tastiera, decisa a fare un ultimo tentativo. Non aveva alcun senso, lo sapeva benissimo, ma digitò il titolo del videogioco. Il display si illuminò di verde e la porta della cassaforte si aprì. Ivy sgranò gli occhi, incredula. “Questa poi, è la cosa più assurda tra quelle che sono accadute oggi!” esclamò sconvolta scuotendo la testa. All’interno della cassaforte c’era una fialetta contenente uno strano liquido violaceo. Senza pensarci due volte, la afferrò e tornò immediatamente nell’altra stanza. Il vampiro era sul lettino come lo aveva lasciato, ma perlomeno aveva ripreso conoscenza. Voltò il capo nella sua direzione quando rientrò, ma le sue condizioni non gli permisero di fare altro. “Ho trovato questa.” riferì Ivy sedendoglisi di fianco e mostrandogli la fialetta. “Credi che potrebbe essere la cura?” “C’è solo un modo per scoprirlo.” rispose lui a fatica dopo qualche secondo, allungando una mano. Stappò la fialetta e ne bevve il contenuto tutto d’un fiato. “Noti qualche differenza?” chiese Ivy titubante guardandolo di sottecchi. Il vampiro non rispose, limitandosi ad emettere un lungo sospiro e chiudere gli occhi. “Non è che per caso sei morto?” domandò la ragazza osservandolo attentamente. “Non ancora…” sbuffò lui senza riaprire gli occhi. “Stai dormendo?” “Se stessi dormendo potrei risponderti?!” sbottò incredulo guardandola in tralice. “No, hai ragione…” ammise la principessa con un sorriso, prima di avere una sensazione di déjà-vu. Non aveva già vissuto una situazione simile? “Quanto ci metterà a fare effetto?” “Non ne ho idea.” rispose il vampiro chiudendo nuovamente gli occhi. Ivy si sedette per terra incrociando le gambe e sfoderò la pistola, controllando quanti proiettili le rimanevano. “Capellini neri.” Lui emise un grugnito. “Hai ancora munizioni?” “Le uniche che avevo erano quelle che ho rubato al carceriere.” “Magnifico…” mormorò sconsolata la ragazza. Il vampiro tacque. Il suo respiro era diventato lento e regolare. Ivy si avvicinò con circospezione. Sembrava stesse dormendo. Tutto sommato non era una cattiva idea, l’unica via d’accesso alla loro stanza era la porta che aveva sbarrato con lo scaffale, poteva prendersi anche lei cinque minuti di pausa. Avvicinò una poltroncina cercando di fare meno rumore possibile e si lasciò ricadere stancamente, addormentandosi nel giro di pochi secondi. Stava dormendo beatamente quando una serie di schiaffi la riportarono alla realtà. “Finalmente ti sei svegliata, ormai avevo perso le speranze!” sbottò il vampiro spazientito e lei gli riservò uno sguardo omicida. “Dovevi per forze schiaffeggiarmi?! Non potevi chiamarmi e basta?!” “Pensi che non ci abbia provato?! È da un’ora che ti chiamo ma a quanto pare hai il sonno pesante! Schiaffeggiarti mi è sembrata la soluzione migliore!” “A me no!” sbottò corrucciata massaggiandosi le guance. Si alzò dalla poltroncina e si stiracchiò per bene. Il vampiro, d’altro canto, era appoggiato contro lo stipite della porta e controllava la situazione all’esterno. “Sei guarito!" esclamò sorpresa. "Ma scusa, per quanto ho dormito?” “Tre ore di fila.” rispose lui senza voltarsi a guardarla. “Perc…” “Zitta.” Un gruppo di zombie passò davanti alla porta senza accorgersi di loro. Quando fu sicura che se ne fossero andati Ivy sbottò: “Scusa ma perché non li hai uccisi?! Per cosa la tieni la pistola in mano se no?” “Ho solo un colpo.” confessò il vampiro. “E adesso come facciamo?!” piagnucolò la ragazza trattenendosi a stento dall’urlare. “Sai menare le mani, no? E allora spezza un po’ di colli e il gioco è fatto!” rispose il vampiro con un’alzata di spalle. “Ricevuto! A proposito, perché continui a darmi ordini?! Avevo detto che li davo io!” Per tutta risposta il vampiro spostò la barricata costruita dalla ragazza e uscì silenziosamente dalla stanza. Ivy mugugnò un paio di maledizioni contro quel vampiro insolente prima di seguirlo giù per le scale. Ora che si era ripreso però poteva finalmente cominciare ad interrogarlo, non aveva più scusanti per evitare le sue domande, a cominciare dal suo nome che ancora ignorava! Arrivati al piano terra, il vampiro piazzò un marchingegno sul muro armeggiando coi cavi. “Cos’è quell’affare?” gli chiese confusa. “Una bomba. L’ho costruita mentre dormivi con un po’ di sostanze che ho trovato in giro. Se devo essere sincero non so che potenza abbia, quindi… Comincia a correre!” Fece partire il conto alla rovescia, afferrò la principessa per un braccio e la trascinò fuori dall’edificio di corsa. Dieci secondi più tardi l’ospedale esplose con una deflagrazione assordante e l’onda d’urto li sbatté a terra nonostante si fossero allontanati di qualche metro. “Che potenza! Potresti fare l’artificiere, sai?” esclamò Ivy sorpresa. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. “Hem, Capellini neri dove sei? Basta con gli scherzi, mi stai spaventando!” Fu attirata da un borbottio sotto di lei. La lastra sopra cui era seduta cominciò a tremare, perciò balzò indietro impaurita, ma dai detriti spuntò la testa del vampiro. “Mi hai spiaccicato per bene!” sbottò irritato. “Così impari a trattarmi male!” ribatté lei facendogli una linguaccia. Il vampiro si rialzò e, dopo essersi ripulito i vestiti con qualche pacca, si incamminò per il viale. “Potresti anche aspettarmi sai, brutto buzzurro!” urlò Ivy correndogli dietro. Lui si fermò di colpo, colpito, e un sorriso inconscio si fece largo suo volto. “Beh, che hai adesso da ridere?!” sbuffò la ragazza incrociando le braccia. “Mi hai fatto tornare in mente una persona che aveva il vizio di chiamarmi sempre così…” confessò il vampiro nostalgico. “Beh, ne ha tutte le ragioni! Mi piacerebbe proprio conoscerlo!” Il sorriso svanì dalle labbra del vampiro che aggiunse cupamente: “E’ morto.” Ivy lo guardò stupita, sgranando gli occhi. “Oh, m-mi dispiace, non volevo…” “Muoviamoci.” tagliò corto lui chiudendo il discorso. Ripresero a camminare per le strade della città in silenzio fino a quando il vampiro non vide un’automobile in buono stato. Un sorriso strano si dipinse sul suo volto. “Cos’hai intenzione di fare?” chiese la ragazza confusa. Per tutta risposta lui si sedette al posto di guida mentre Ivy si sistemava di fianco. “Allora mi rispondi sì o no?!” Il vampiro cominciò ad armeggiare con i cavi e, poco dopo, la macchina andò in moto. “Sto aspettando!” continuò la ragazza spazientita e sul volto di lui si dipinse un sorriso maligno. “Hai mai giocato a quello stupido gioco di macchine dove andavi in giro a prendere sotto la gente e a distruggere i tuoi avversari?” “Sì, contro Seb… cioè, contro un mio amico, ma questo cosa c’entra adesso?!” “Nella versione censurata non prendevi sotto le persone ma gli zombie.” spiegò il vampiro e Ivy sgranò gli occhi, intuendo dove voleva arrivare. “Non avrai intenzione di…” Il suo sorriso sinistro le bastò come risposta e in una frazione di secondo legò la cintura di sicurezza. “Sei la persona più folle che abbia mai conosciuto!” Il vampiro ingranò la retromarcia e andò indietro a tutta velocità, investendo un ignaro zombie che passava da quelle parti. “Bonus Splatter!” esclamarono all’unisono prima di guardarsi sorpresi e scoppiare a ridere. “Bene, hai 100 punti in più per questo bonus, ora vedi di prenderne altri se no non possiamo comprarci una macchina più decente di questa!” scherzò Ivy ridendo a crepapelle. “Puoi contarci!” rispose il vampiro con un sorriso facendo stridere le gomme. L’auto sfrecciava per le strade della città spiaccicando ogni singola creatura che incontrava sul suo passaggio. Svoltarono l’angolo immettendosi sul viale principale, ma ad attenderli c’era il boss di fine livello, il mostro all’apparenza immortale che li aveva perseguitati dal loro arrivo. “Ok Capellini neri, prendilo sotto e vinciamo la partita!” esclamò Ivy con un sorriso. Il vampiro schiacciò il pedale dell’acceleratore fino in fondo e la ragazza sgranò gli occhi, sbigottita. “Non vorrai farlo sul serio?! Io stavo scherzando!” “Io no!” rispose lui senza accennare a rallentare. “Come speri di prenderlo sotto, ci schianteremo!” “Al mio segnale buttati fuori!” “C-come?!” chiese la ragazza slacciandosi la cintura di sicurezza. “Fuori!” urlò improvvisamente il vampiro. Si lanciarono fuori dall’auto che andò a schiantarsi contro il mostro, impennandosi sulle ruote anteriori. Il vampiro estrasse velocemente la pistola e con l’ultimo proiettile sparò al serbatoio della benzina che esplose insieme alla creatura. “Che dolore! La prossima volta ingaggio una controfigura per fare queste cose!” si lamentò Ivy rialzandosi dolorante. Una fitta al braccio le strappò un gemito, nella caduta si era procurata un taglio abbastanza profondo. “Prima il brufolo, poi i capelli, poi gli zombie, i cani, i cosini, il cosone, gli scienziati pazzi e ora anche il braccio! Oggi non è proprio giornata…” piagnucolò esasperata. Il vampiro le si avvicinò e strappò la propria maglia, ricavandone delle bende con cui le medicò la ferita. “Dovrebbe bastare per un po’.” disse stringendo bene la fasciatura. “G-grazie, è la prima cosa gentile che fai…” lo ringraziò imbarazzata prima di correggersi. “Anzi no, ora che ci penso mi hai già salvato il culo un po’ di volte…” Lui le sorrise e le poggiò le mani sulle spalle, guardandola nei suoi profondi occhi blu, ma il ruggito del mostro si levò nell’aria. “Ma tu non muori mai?! Neanche la scena romantica non ci lasci fare?!” protestò Ivy irritata. Il vampiro alzò un braccio in direzione della creatura con fare annoiato. “Fa silenzio una buona volta.” sbuffò infastidito. Un bagliore fuoriuscì dal corpo del mostro che bruciò in pochi secondi tra urla strazianti. Ivy spalancò la bocca, sbalordita. Quella era l’immolazione, ne era certa! Ma allora Capellini Neri in realtà era… “Qual è il tuo nome?!” urlò sconvolta. Lui la guardò stranito, non capendo il perché della sua improvvisa agitazione, e fece per dire qualcosa ma il suo corpo cominciò a svanire lentamente. Ivy sgranò gli occhi. “Aspetta, non andartene!” urlò cercando di afferrarlo, ma con grande sbigottimento vide che anche lei stava scomparendo a poco a poco. “Che diamine sta succedendo adesso?!”
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