Dana, che non aveva mai amato il contatto fisico, gli abbracciò a sua volta la testa e lo lisciò come fosse un grosso cane.
«Tu che cosa ci fai qua, eh?».
«Pensavo che fossi morta. Che fossero tutte bugie e che stessi per morire».
Dana lo coccolò ancora, lui in quella posizione buffissima, lei un corpicino quasi inesistente sotto le lenzuola bianche e spesse.
«Non sono morta. Mi sono rotta quello stupido femore, come una vecchietta qualsiasi».
Byron rise e le strofinò la faccia sulla faccia. «Ora te ne mettono uno in titanio».
«Oh, cielo».
«Cioè, non so se in titanio. Ma dopo starai benissimo».
«Da come lo dici, sembra che tu l’abbia già provato».
«Una specie, al ginocchio destro».
«Non ho ancora capito come fai a essere qua».
Byron si decise a lasciarla andare. «Ero con Lenny.
