Georges, turbato dalla penombra, lì vicino al cadavere, lo fissava insistentemente. Attratto, affascinato da quel viso scarno, reso ancor più incavato dalla luce tremolante, non riusciva a distogliervi gli occhi e la mente. Eccolo lì, il suo amico Charles Forestier, che ancora ieri gli parlava! Che strana e spaventosa cosa la fine totale di un essere umano. Oh, come se le ricordava bene, adesso, le parole di Norbert de Varenne, ossessionato dalla paura della morte: ″Nessuno ritorna, mai.″ Sarebbero nati milioni e miliardi di uomini, pressoché simili, con due occhi, un naso, una bocca, un cranio, delle idee in quel cranio, ma mai sarebbe tornato quello che ora giaceva in quel letto. Per alcuni anni aveva vissuto, mangiato, riso, amato, sperato come ogni altro. Ed era finita, per lui, fin
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