“Miieeeuu.” si accigliò. “Su! Da bravo. Ci vediamo dopo … a casa.” “Mmmmnnnn.” si lamentò, abbassando gli occhioni tondi e gialli a terra. Lei si inginocchiò con eleganza e, prendendogli tra le mani la testa dove depositò un sonoro bacio, affermò. “Ti voglio bene. Sempre e ovunque.” Dopo un accenno di remissività, il pertinace kot tuttavia seguì Astrea ai bagni, dove era andata come moltissimi altri a rinfrescarsi, per poi tallonarla fino alla soglia dell’immenso salone e rotolarsi a terra nell’estremo tentativo di impietosirla, miagolando supplice per strapparle altre carezze che lei, pur desiderosa, non gli diede. “Non posso. Sai bene che ci si lava sempre le mani prima di mangiare e, anche se tu sei pulitissimo, dovrei farlo ancora. La cena sta per essere servita. Non vorrai farmi