Astrea aveva ragione, come al solito. “Grazie. Sei meravigliosa … Come sempre.” Lei si schermì con un sorriso. Improvvisamente, lui si ricordò. “Non abbiamo ancora stabilito la nostra parola d’ordine.” Lei annuì e aggiunse. “Sì. Dobbiamo pensare anche a segnali convenzionali per le diverse circostanze nelle quali ci possiamo trovare.” “Tipo?” “Se ti chiamo e tu non puoi rispondere – come oggi, per esempio – ma va tutto bene e quindi ci sentiremo con calma o, al contrario, se mi richiamerai non appena ti sarà possibile. O altro.” Assentì. “Sì, pensiamoci, anche se non credo ... spero ... che ne avremo bisogno.” “Come sarebbe?” si informò lei, aggrottando leggermente la fronte. “Intendo dire, che spero che non dovremo stare lontani.” chiarì, fissandola negli occhi. Lei gli accarezzò i