6. Ben si era sistemato sul suo cuscino, aveva posato il testone sulle zampe e li guardava con gli occhi a mezz’asta. La stanza era immersa in una luce rosa, calda, e lei e Victor si erano messi sotto al piumino così com’erano, nudi e sudati. Charlie sapeva che quello che le avrebbe detto avrebbe fatto soffrire entrambi, ma che non dirlo sarebbe stato ancora peggio. Come quando incidi una vescica per farla spurgare e guarire prima. Sperando che fosse quello il caso. «Era... non lo so. Un giorno in cui Mark era riuscito ad arrivare fino in garage. Ci eravamo seduti lì, a pasticciare con le sue radio. O meglio, lui pasticciava, io davo consigli di design. Comunque...» Victor si strinse appena nelle spalle, gli occhi persi sulle tende chiuse, oltre Charlie. «E tu eri...» prese fiato. «Er