12.
Passò un altro mese. Mi presi cura di Panache, che nel frattempo era diventato anche il beniamino di Boogey. Ormai non assomigliava più a un grosso gattino, ma aveva assunto l’aspetto meno rassicurante di una giovanissima tigre. Quando ti si strusciava sulle gambe rischiava di farti cadere.
Venne uno dei nubifragi tipici di quel sovramondo e, come sempre, vidi Valedictorian in piedi sotto alla pioggia.
Uscii anch’io. L’acqua sembrava picchiarti da quanto forte cadeva e mi incollò la veste alla pelle. Mi fermai a un paio di passi da lui.
«Thren, che cosa fai?» gli chiesi.
Non mi rispose e mi avvicinai ancora. Fino al mese prima non mi ero mai occupata della cosa. Non riusciva a interessarmi. Gli ero grata per avermi portata via dal Distretto, in un posto in cui potessi piangere Ast
