XIX. Non era ancora finita la cena, che ecco arrivare agli Allegri Atleti altri due viaggiatori diretti, come i rimanenti, allo stesso porto. Avevano camminato per alcune ore nella pioggia, ed entrarono tutti lucenti e gocciolanti d’acqua. L’uno era il proprietario d’un gigante e d’una donnina senza braccia e senza gambe, che avevano viaggiato in un furgone; l’altro un signore silenzioso che si guadagnava la vita facendo dei giuochi con le carte, e che s’era in certo modo spostata l’espressione naturale della fisionomia col mettersi dei piccoli rombi di piombo negli occhi e farseli uscire dalla bocca, una delle sue virtù professionali. Il primo dei nuovi venuti si chiamava Vuffin; l’altro, con un’amichevole satira sulla sua bruttezza, veniva chiamato il bel Guglielmo. Perchè godessero di