IX Un telegramma di S. E. interruppe l’estasi di Roberto. Preoccupato della sua continua lontananza e del suo quasi completo silenzio, l’ambasciatore chiedeva di vederlo al piú presto. Roberto era partito per Tokio e Yu-rí l’aveva accompagnato. Nell’entrare in Ambasciata Roberto ebbe l’impressione di uscire da un mondo e di entrare in un altro. Assuefatto ormai alla sua vita giapponese, quel brusco ritorno agli scenari e agli usi che gli erano stati abituali gli fece un effetto strano. I primi minuti si trovò quasi a disagio, ma la preoccupazione dell’imminente colloquio con l’ambasciatore lo rimise in sesto. Entrò nell’ufficio di S. E. con un pensiero unico: quello di difendere a fondo, con qualunque mezzo, il suo amore, disposto a mentire, a imbrogliare, magari a ribellarsi, ma a non fa