Era un piacere per Roberto seguire con lo sguardo Yu-rí in queste sue attività di padrona di casa. La vedeva andare e venire di stanza in stanza quasi senza far rumore, prendendo e lasciando di continuo con mirabile destrezza le sue pantofolette di seta a seconda che dovesse camminare sui tatàmi o sul legno nudo. Il suo kimono era sempre una cosa bella e festosa che empiva la casa di luce, di colore, di gaiezza, di poesia. Il suo bel corpo passava elasticamente tra gli sgabelli, i tavolini, gli spiragli senza mai un urto, senza mai un colpo od un inciampo che turbasse la quieta armonia dell’ambiente. Rapide e leggere le sue mani aprivano e chiudevano continuamente i fusúma senza che i pannelli scorrevoli mandassero un qualsiasi stridore, toccavano i paraventi senza che i paraventi si muove