Aveva intenzione di riferirgli i sogni che faceva, ma aveva finito per rinunciarvi. Sentiva il bisogno di parlarne con qualcuno, ma non aveva ancora deciso con chi. Se glielo avesse chiesto, Archie l’avrebbe ascoltato da vero amico, ma dubitava che potesse aiutarlo a capirci qualcosa. Perché gli stava succedendo? Cosa significavano quei sogni ricorrenti? Malgrado fossero di volta in volta diversi, il posto era sempre lo stesso, così come quella donna il cui volto al risveglio era irriconoscibile, ma che lui sapeva essere bellissima e della quale era follemente innamorato. Mentre ascoltava l’amico parlare a ruota libera dei suoi pensieri più intimi, si era convinto che, non solo lui, ma neanche Horatio fosse in grado di dargli una mano. Ci voleva un adulto, un esperto. Mira. Era sicuramente la persona giusta, ma si vergognava di raccontarle che sognava una donna che non era Astrea e che, oltretutto, provava per lei sentimenti così coinvolgenti ed emozioni tanto travolgenti da scombussolarlo al solo ricordo. Drystan? Sì, forse avrebbe capito, ma si sentiva a disagio anche con lui. Mentre i suoi compagni di stanza già dormivano, guardando in alto il cielo nuvoloso nel quale faceva ogni tanto capolino la luna quasi piena, pensò che magari quei sogni sarebbero cessati e così non avrebbe più avuto bisogno di confidarsi con nessuno, di rivelare quel segreto a chicchessia. Cessati?! Ma cosa aveva mai pensato?! Si interrogò sgomento. No! Non voleva che scomparissero, dichiarò determinato a sé stesso. Inquieto, si rigirò nel letto. Uno dopo l’altro ricordò di proposito tutti i sogni che aveva fatto fino ad allora con quella donna, indugiando sull’ultimo abbraccio. Con la mente occupata dal ricordo di quell’immagine e l’animo pervaso dall’emozione provata, si lasciò vincere dal sonno sperando di rivederla. Ma non accadde.
Pochissimi giorni dopo il suo rientro, Ares chiese a Heather di poterle parlare in privato.
Appena accomodatosi nel suo studio, le raccontò dello strano avvenimento della Biblioteca, ricordandole anche quello della piscina.
“Questa è la seconda volta. Pensi che il suo stato di salute possa averle provocato un’allucinazione?” si accertò diretto, fissandola negli occhi.
La Saville scosse subito la testa, ma dopo pochi istanti si fece pensierosa e osservò adagio. “Da subito direi di no, ma francamente non mi sento di escluderlo. Come puoi immaginare, il caso di Astrea è più unico che raro.”
Annuì. Certo, lo sapeva anche lui. Essere sopravvissuta a tutto quello che aveva subito era stato prodigioso. Un miracolo che si era compiuto solo grazie all’amore, che nutrivano reciprocamente in modo così profondo.
“Non appena sono arrivata, le ho fatto tutti gli esami e i controlli di rito.” riprese la Medica, aggiungendo con un sorriso. “Questa vacanza le ha fatto proprio bene.”
Lui tirò un respiro di sollievo.
“Adesso che so di questi episodi farò ulteriori verifiche. Ci vorrà un po’ di tempo, ma stai tranquillo.”
“Ma le dovrai dire … perché?” si crucciò subito.
“No. Ora, no. Sarebbe controproducente, allarmarla inutilmente. Se dovesse emergere qualcosa, però, dovrò informarla e sarà lei a decidere se dirlo o meno. Anche a te. Lo capisci, vero?” Lui confermò con un cenno. “Se invece, come mi auguro, non dovesse risultare nulla, ti terrò al corrente. Dimmi, però. Tu sei proprio sicuro, che non abbia visto sul serio qualcuno di reale?” verificò lei, stringendo gli occhi.
Le spiegò di nuovo con maggiori dettagli cos’era accaduto in piscina e le riferì anche le sue riflessioni sul fatto della Biblioteca. Ambedue conclusero, che non c’erano elementi concreti per poter stabilire in modo inequivocabile né che Astrea fosse stata vittima di un abbaglio, né il contrario. Lui ribadì che, nel dubbio, aveva preferito parlargliene, perché era più preoccupato della salute della sua amata, piuttosto che di fatti che potevano benissimo spiegarsi razionalmente e risultare addirittura delle banalità.
Ares si ritrovò a una decina di giorni dalla fine del mese senza neanche rendersene conto. Fu Yolhair, in un atteso discorso a rammentargli il calendario.
“Carissime ragazze e cari ragazzi.” esordì il Praesidens a metà cena del penultimo mercoledì di gennaio.
Aveva un’aria decisamente soddisfatta, una luce quasi maliziosa negli occhi e il tono era tra i più allegri.
“Qualche tempo fa, come forse qualcuno di voi ricorderà, in occasione dell’inaugurazione del Gymnasion e dello Stadion – che, mi riferiscono, sono apprezzati da un numero sempre crescente di allievi, e ciò rende me e tutti noi molto lieti, anche per i notevoli progressi maturati da voi tutti – vi preannunciavo che ci sarebbero state altre novità nel corso di quest’anno scolastico.” Il Mentor Maximus fece una pausa e guardò la platea che, ammutolita, era in trepidante attesa. “Sono felice di comunicarvi stasera alcune di queste innovazioni.”
Per quanto fosse anche lui fortemente incuriosito, ad Ares non sfuggì che gli unici a sembrare quasi distratti, come assorti in altri pensieri, o addirittura preoccupazioni, erano Eric e Stuart. Da quando era rientrato dalle vacanze, Ringwald gli era parso distante; partecipava come prima a tutte le attività collettive, ma con minore baldanza. Non gli dispiaceva quel cambiamento, che glielo rendeva un po’ meno antipatico. Aveva anche notato che, da almeno un paio di settimane, c’era qualcosa che non andava tra Eric e Stuart che, pur cercando di apparire naturali, non riuscivano sempre a mascherare una certa tensione. Forse, nel giro di pochi giorni, avrebbe saputo cosa avevano quei due. Alla prima riunione della SIGH dell’anno, Ares aveva rinnovato a tutti i membri l’invito ad accelerare le indagini sugli ex-T, oltre al resto, dato che a causa dell’assenza della maggior parte di loro, le ricerche avevano subito una battuta d’arresto. Tutti avevano confermato che avrebbero intensificato al massimo l’impegno in modo da avere, per la riunione dell’ultimo sabato di gennaio, tutte le informazioni possibili sui nuovi venuti, pur non trascurando il compito affidato loro dal Praesidens e le ricerche per individuare l’aggressore di Nut. Il tocco leggero della mano di Astrea, che gli sedeva accanto, lo richiamò alla realtà. Si voltò a guardarla e le sorrise, riprendendo a prestare attenzione al loro Mentore.
“Come sapete, lo spirito che anima noi tutti in questo Lyceum,” Voltandosi a destra e a sinistra, l’anziano docente indicò con un gesto i professori che, Stiff compreso, assentirono sorridenti. “è la disponibilità a contemplare orizzonti diversi, l’apertura verso iniziative e idee nuove, la volontà di affrontare anche i rischi che comporta percorrere le strade del progresso. Non vi nascondo, che non sono molti a condividere e sostenere il nostro pensiero. Parecchi considerano che, se i metodi impiegati finora hanno funzionato, non c’è motivo di cambiarli. Perché prendersi questo onere? Forse, non hanno tutti i torti.”
Il Magister fece una pausa, guardando gli studenti come solo lui sapeva fare: come se vedesse nel profondo dell’anima di ognuno. Le espressioni dei giovani andavano dalla sorpresa allo sbigottimento, dal rammarico alla delusione. Tutti, chi più chi meno, gli stavano esprimendo il loro apprezzamento per come era gestita la Domus. Ares gettò un rapido sguardo alla tavolata di Hiems per osservare le reazioni di Slay e degli altri Eredi, ma venne distolto dalla voce dell’uomo che aveva ripreso il suo discorso.
“Un’ampiezza di vedute di cui molti di voi, tutti spero, hanno beneficiato. Siamo più che consapevoli di quanto sia arduo il compito che ci siamo assunti, ma noi siamo risoluti a proseguire su questa strada ... e siamo felici di farlo.” Sorrise, benevolo. “E tutto questo perché abbiamo una grande fiducia nel vostro valore e nelle vostre potenzialità, per una semplice ragione.” Fece un’altra pausa, facendo scorrere il suo sguardo su tutti. “Perché vi vogliamo bene. Vi amiamo tutti, indistintamente.”
Un lieve brusio percorse l’Auditorium, mentre gli studenti si guardavano a vicenda, toccati nel profondo da quelle parole e dal tono caldo col quale erano state pronunciate.
“È veramente con grande piacere, che vi annuncio che il Senechal Achileas Graff ha accolto con entusiasmo un’iniziativa, pienamente sostenuta e promossa dal Legatus della Divisione Educatio Astrophel Radulf, che segnerà una svolta nel nostro processo didattico.”
Tacque un paio di secondi: sufficienti per aumentare l’aspettativa.
Con un gran sorriso, infine rivelò. “A partire dal mese prossimo, è prevista una serie di seminari presso diverse strutture lavorative. Verranno prescelti allievi del quarto e quinto anno che saranno ospiti presso la Kofrel, il Santemple e i Dipartimenti del Dicastro stesso, dove si terranno diversi stage dedicati esclusivamente a loro.”
Nell’immenso salone si sviluppò un parlottio di piacevole stupore, che si fece via via più intenso. Il Mentor Maximus alzò la mano, riportando il silenzio. “Non ce ne vogliano gli studenti degli altri anni, ma siamo sicuri comprenderete che, al vostro livello di preparazione, un corso operativo non sarebbe proficuo. Il primo seminario sarà presso il Dicastro e si svolgerà nella seconda settimana di febbraio. I giovani selezionati saranno accompagnati dai Dapifer e, ovviamente, da alcuni insegnanti. I dettagli vi verranno forniti dai Rectores delle vostre Familiae.”
Ares e Astrea si scambiarono uno sguardo di felice meraviglia, mentre gli occhi di quasi tutti gli Estivi, e anche degli appartenenti alle altre Familiae, erano puntati su di loro. Via via gli allievi iniziarono a esprimere a voce sempre più alta il loro apprezzamento, finché tutto l’immenso salone non si riempì di grida di gioia.
“Ma non è tutto.” riprese Yolhair dopo aver sedato l’entusiasmo, suscitando un’altra ondata di manifesta sorpresa subito tacitata dalla curiosità di sapere. “Il gemellaggio con Ysbleue è stato ulteriormente rafforzato grazie alla grande disponibilità della sua Proviseuse Souveraine Madame Polyxène Atlas, alla preziosa collaborazione di Madame Geneviève Blanche e Mademoiselle Helèna Brune, nonché al valente contributo del nostro amato Pangus.”
Ares notò con piacere il possente petto del fauno gonfiarsi d’orgoglio, mentre scoppiava un applauso spontaneo.
“Già da febbraio, saranno organizzate delle visite, con corsi formativi, a Ysbleue e all’Accademia Lesanges per gruppi selezionatissimi di allievi del quinto anno.”
Ares strinse forte la mano di Astrea, mentre sentiva i commenti strabiliati dei compagni vicini, tra i quali Archie era il più eccitato.
“Anche in questo caso, i Rectores vi daranno tutti i relativi ragguagli nei prossimi giorni.” comunicò il Magister, riuscendo a farsi sentire a malapena nell’euforia generale.
Tutti i docenti sorrisero soddisfatti nel vedere la contentezza collettiva, anche da parte di coloro che, data la loro età, non potevano frequentare.
“Siamo davvero compiaciuti, che apprezziate questa ulteriore possibilità che vi viene offerta di fare nuove esperienze. Per il momento è tutto. Buon proseguimento.”
Yolhair si accomodò e il chiacchierio riprese vivace.
“Ma ci pensi? Tornare a Ysbleue!” esclamò Archie con aria estasiata, ma il suo sogno svanì all’istante.
“Cosa ti fa credere che sarai tra i prescelti?” lo provocò acida, Wilma.
Era da quando erano tornati, che non la smettevano di beccarsi a vicenda e litigare per un nonnulla. All’inizio, Ares aveva cercato di capirne i motivi, arrendendosi dopo aver saputo da Astrea, che Wilma se la prendeva col cugino perché continuava a criticare le sue scelte in fatto di abbigliamento, mentre l’amico si era lamentato con lui perché Wilma non lo stava mai a sentire, quando le parlava delle sue formidabili azioni di Nolan d’Attacco.
“Perché non dovrei esserlo? Sentiamo!” ribatté Archie stizzito, lanciandole un’occhiata di fuoco.
Lei, per tutta risposta, girò di scatto la testa dall’altra parte.
“Io, almeno, una chance ce l’ho! Sono del quinto anno ... io!” L’altra non fece una piega e lui rincarò. “Tutta invidia perché tu tanto non ci potresti mai venire.”
L’indomita ragazza continuò a ostentare indifferenza e, ignorandolo, si mise a parlare con Evan, che era anche lui scontento. Neanche i rapporti tra i fratelli Hubbard erano idilliaci malgrado, dopo le raccomandazioni di Ares, Calvin si fosse un po’ ammorbidito nei confronti di Evan.
“Avete sentito cosa ha detto alla fine il Magister Magnus?” intervenne Horatio pensoso, proseguendo subito. “Ha detto: per il momento è tutto. Secondo voi, vuol dire che c’è dell’altro? Che ci saranno altre novità?”