4. La lunga macchina argentata aspettava sul retro dell’albergo già sollevata da terra. Julie scivolò sul sedile posteriore come le avevano indicato quelli della security e la portiera si chiuse dietro di lei. Marte aveva lasciato che andasse da sola a relazionare sui suoi risultati al comitato scientifico centrale. Ora la guardò in silenzio. Mentre l’auto partiva dolcemente, fece salire il divisorio tra loro e i sedili anteriori, su cui sedevano due guardie armate, e disse: «Sei ancora arrabbiata con me?». Julie mantenne lo sguardo sul divisorio. «Non sono mai stata arrabbiata con lei, Timocrate». Il suo tono era, in effetti, di rabbia trattenuta. Marte sospirò. «Mi. Dispiace» scandì. «Non ha niente di cui dispiacersi, Timocrate». «Mm-mh» fece lui. «Timocrate?». «Oh, niente. Vole