9. Sabato pomeriggio, all’inizio dei lavori per la conferenza sui test genetici prenatali, a Julie tremavano le gambe. Fece il brevissimo discorso d’apertura in uno stato d’ansia prossimo al panico e continuò a respirare troppo veloce per la prima mezz’ora di interventi. Poi la naturale tediosità dei genetisti ebbe il sopravvento e Julie si tranquillizzò. Per le nove di sera, l’ora dei discorsi ufficiali, era ormai talmente annoiata che avrebbe eseguito uno spettacolo di abilità col fuoco pur di rompere la monotonia. Qualsiasi cosa era meglio di quel soporifero blablabla. Si aggiustò il vestito e si incamminò mollemente verso il palco. Appiattì con calma il discorso che si era scritta sul leggio e gettò un’occhiata alla platea silenziosissima che la guardava. «Sarò breve» iniziò. Get