Il Centauro, vivamente sballottato, s'alzava come una palla di gomma quantunque avesse gettate le sue ancore. «Cattiva notte» disse il capitano, scrollando la testa. «Non so se la mia povera nave potrà resistere.» Dopo aver avvertito l'equipaggio di abbandonarla al più presto e di raggiungerli, presero posto nell'ascensore e discesero nella piccola piazza che era ancora splendidamente illuminata e dove si trovavano parecchi forzati, ancora intenti a rammendare le loro reti perché fossero pronte appena calmatosi l'oceano. Jao condusse i suoi ospiti verso una bella casetta, tutta costruita in lamine di ferro, divisa in quattro minuscole stanze, che sembravano più che altro delle cabine, essendo lo spazio troppo prezioso in quella strana città, per permettersi il lusso di averne di più amp