La serata dei dilettanti Il ragazzo dell’ascensore sorrise condiscendente tra sé e sé. Quando l’aveva portata su, aveva notato la luce nei suoi occhi, il rossore sulle guance. La piccola gabbia era come se si fosse riscaldata con il bagliore della sua ansia repressa. E adesso, nella discesa, era come un ghiacciaio. Il calore e il colore erano spariti. Era corrucciata, e quel poco che lui poteva vedere dei suoi occhi era freddo e grigio. Oh, li riconosceva quei sintomi, eh sì. Era un osservatore, e lo sapeva, e un giorno, quando sarebbe stato grande abbastanza, sarebbe diventato un giornalista, di sicuro. E nel frattempo studiava la processione di vite che sfilavano su e giù per i diciotto piani del grattacielo nel suo ascensore. Le aprì la porta con simpatia e la osservò incamminarsi dete