Oleg Il profumo di Story mi circondava. Sognai di sfregarmi contro il suo culo, con una mano che possessivamente le copriva il seno. No, non era un sogno. Sbattei le palpebre alla luce del mattino. Ero nel letto della mia piccola lastočka con un’erezione furiosa tra le sue gambe come un missile alla ricerca di calore che entrava alla base. Era sveglia. Lo sapevo perché spingeva contro il mio grembo e gemeva dolcemente. Le pizzicai e le strofinai il capezzolo tra il pollice e l'indice, fino a tirarlo in un picco rigido. La mia mano era sotto la sua canottiera; a quanto pareva era sempre stata lì. Il cazzo ce l’avevo ancora nelle mutande, per fortuna. Non avevo mai desiderato così tanto parlare. Erano passati quattordici anni da quando mi avevano tagliato la lingua, e fu in quel momento