CAPITOLO TRE Oleg Mi svegliai poco sicuro di quanto tempo fosse passato. Scostai le coperte e cercai di sedermi. Aspettai che la stanza smettesse di girare e lo stomaco rovesciarsi prima di concentrarmi e guardarmi intorno. Ero nudo, ma avevo una benda di garza sulla gamba che copriva la ferita e i miei vestiti erano piegati ordinatamente su una sedia. Story a un certo punto doveva avermi curato e lavato i vestiti. Mi infilai la maglietta, cadendo quasi a terra dall’agonia quando sfiorai col colletto il livido sulla testa. Indossai con calma i boxer, non fidandomi ancora della mia capacità di stare in piedi. Probabilmente ero privo di sensi da almeno ventiquattr’ore, considerando che mi ero svegliato durante la notte e ora c’era di nuovo luce. Ed era mattina quando Story mi aveva trovat