4. Fu il dolore alla coscia a svegliarmi, tanto per cambiare. Mi allungai verso il comodino, bevvi il mio succo di frutta, buttai giù la mia merendina e mi imbottii di antidolorifici. Tornai ad appoggiare la testa al cuscino e mi voltai per guardare Dale Carter, il nuovo Dillinger, che dormiva con una ruga preoccupata in mezzo alla fronte. Se tre giorni prima qualcuno mi avesse detto che la mia vita avrebbe preso quella piega, non ci avrei creduto. E invece... Forse per la prima volta mi concessi di pensare a tutte le implicazioni. Scrivere un servizio su Dale mi avrebbe resa famosa. Un sacco famosa. Certo se non mi avessero arrestata o uccisa prima. Per qualche motivo la legge o un’improvvisa morte non mi spaventavano quanto avrebbero dovuto, mentre la fama mi faceva gola. Un bel po