3. Quando tornò dal bagno mi baciò davvero. Non prima e capii perché di lì a poco. Salì sul letto con le ginocchia e il suo baciò divenne... wow. Mi schiacciò sul materasso con il torace, ma senza scontrare o spostare le mie gambe. Gli accarezzai la schiena e il petto. Be’, in realtà gli diedi anche una strizzata alle chiappe, già che c’ero. Lui ridacchiò e fece: «Ou!». Poi rotolò accanto a me e mi circondò la vita con un braccio. I suoi occhi azzurri si fermarono nei miei. «Sei sicura di essere troppo bucherellata per, poni...» «Poni?». La sua mano scivolò lentamente verso il basso. Sempre più giù, fino ad arrivare all’orlo delle mie mutande. «Ma a volte uno sta così di merda che proprio non gli va. Dimmi tu». Stavo piuttosto male, in effetti. La gamba continuava a pulsarmi, anche s