Capitolo Quattro

1559 Words
Capitolo QuattroCi era andato davvero vicino , Derek pensò. Non era riuscito a riprendersi dal suo incontro con Clarice, così, dopo aver finito nel fienile, aveva deciso di fare una passeggiata. Doveva allentare la tensione, sfogarsi. Non c’era modo migliore che trasformarsi e liberare la bestia in lui per un po’. Per la sicurezza di Clarice, si allontanò dalla fattoria prima di spogliarsi e lasciare i suoi vestiti tra gli alberi. Poi chiuse gli occhi e si concentrò. Non impiegò molto. Trasformarsi era più semplice quando si era nervosi. Sentì un brivido lungo la schiena, sulle braccia e gambe. Osservò il folto manto marrone apparire. La mutazione partiva sempre dal centro. Prima il suo petto, poi la testa e gli arti. Derek pensò di andare a caccia, magari qualche pesce nel suo ruscello preferito. Desiderava allontanarsi il più possibile dalla fattoria e da Clarice. Sapeva che il suo profumo lo avrebbe fatto impazzire. Tuttavia, niente andò secondo i suoi piani. Durante la corsa in direzione del ruscello, non riuscì a dimenticare le sensazioni che Clarice aveva provocato in lui. Da orso, si sentiva ancora più attratto da lei. La vista e il profumo dei boschi non riuscirono a distrarlo. Nonostante la distanza, continuò a percepire il suo odore. Una volta arrivato al ruscello, rimase a fissare i pesci. Non aveva voglia di prenderne uno. Non sentiva nemmeno il bisogno di rinfrescare le sue zampe nel fresco torrente come al solito. Nella sua mente esisteva solamente Clarice. Tornò alla fattoria. Cercò di resistere con tutte le sue forze al suo istinto. Dopo tutti gli anni passati da solo, desiderava qualcuno con qui parlare. Prima di tutto, aveva bisogno di capire perché fosse tanto colpito da un essere umano. Aveva sentito parlare di alcuni orsi che si erano abituati tanto alla loro forma animale da cercare la compagnia di altri veri orsi, invece che quella della propria specie, ma non sapeva niente di accoppiamenti tra specie diverse. Scegliere un compagno umano era sbagliato, giusto? Come poteva funzionare, se il codice degli orsi insisteva che gli umani non dovessero nemmeno essere a conoscenza della loro esistenza? Se avesse scoperto la verità su di lui, avrebbe messo in pericolo tutta la sua razza. Gli umani hanno paura di quello che non capiscono. Se avesse cercato di conquistarla senza dirle la verità, sarebbe stato altrettanto sbagliato. Tuttavia, non poteva fare a meno di provare qualcosa per lei. I suoi pensieri furono interrotti dal suo odore e dal rumore dei massi contro la ghiaia. Clarice. Gli si rizzò la pelliccia, come se fosse pronto a combattere. Si sollevò sulle zampe posteriori per osservarla meglio. Che cosa stava facendo lì? La guardò percorrere il sentiero e rischiare di cadere, il cellulare in mano. Quando raggiunse il limite del bosco, si fermò a guardarsi intorno, sollevando il cellulare. Finalmente, esclamò un trionfante “Aha!” e sorrise, rimettendo il cellulare nella borsa. Derek non aveva un cellulare, solamente una linea fissa, che nessuno chiamava, eccetto le compagnie di telemarketing. Tuttavia, aveva sentito che pochi operatori telefonici coprissero la zona della sua fattoria. Alla maggior parte dei turisti non interessava, ma sembrava che Clarisse avesse un urgente bisogno di chiamare qualcuno. Un fidanzato, forse? Quel pensieri lo mandò su tutte le furie. La sua mascella divenne tesa e il labbro superiore si sollevò. Decise di allontanarsi prima che si accorgesse della sua presenza. Non appena cominciò a camminare, la sentì sussultare. Il cuore di Clarice accelerò. Merda. Lo aveva visto. Rimasero entrambi paralizzati, Clarice con le braccia attorno al corpo, Derek nascosto dietro gli alberi. Lei fissò verso di lui per diversi secondi e poi si rilassò, tornando verso la direzione da cui era venuta: la fattoria. Lui sospirò sollevato e si addentrò nel bosco attento a non fare rumore. C’era mancato davvero poco. Doveva prestare maggiore attenzione. Lasciò che tornasse al cottage e cominciò a correre. Usò tutte le sue forze e, una volta arrivato nel suo territorio, ringhiò per chiunque fosse in ascolto. Gli orsi erano molto territoriali, quindi tutti avrebbero dovuto accogliere il suo richiamo. «Derek,» una calma e fredda voce femminile esclamò quasi un’ora dopo aver raggiunto una parte dell’isola sconosciuta all’uomo. Elise – una cugina più grande di lui – aveva risposto al suo rischiamo. Annuì e aspettò con pazienza che si avvicinasse. L’orso dalla pelliccia chiara lo fissò con sospetto. «Che cosa ti porta qui?» Elise chiese. «È imbarazzante, ma ho bisogno di un consiglio.» Derek cercò di apparire più sicuro di quanto non fosse. Era un duro colpo per il suo orgoglio ma Elise era sempre un membro della famiglia. Non sapeva a chi altro rivolgersi. «Come sai, è difficile trovare altri orsi oggigiorno. Mi domandavo se potresti darmi delle informazioni.» «A proposito?» Elise domandò. «Uhh... è una questione delicata.» «Sputa il rospo, Derek.» «È stato il destino a far incontrare te e Jack, vero?» L’orso inclinò il capo. «Non è vero?» Derek insistette. «Non lo chiamerei destino, ma sapevo che cosa stesse accadendo.» «Non capisco. Mamma diceva sempre che fosse stato il fato a farle incontrare papà.» «Tua madre era una romantica. No, sono convinta che si tratti di biologia, pura e semplice. Scegliamo il nostro compagno in base alla compatibilità fisica. È così che funziona la natura, tutto qui.» «Ma accade solamente una volta nella vita?» Derek chiese. «È nei nostri interessi cercare un compagno per riprodurci e proteggere la specie. Dopo esserci accoppiati, i nostri cervelli rilasciano degli ormoni che ci permettono di essere fedeli all’altro.» «Giusto.» Derek fece una pausa, non sapendo come formulare la prossima domanda. «Quindi riguarda soltanto il bene della razza, no? Significa che questo genere di cose può accadere solo tra orsi...» «Che cosa vuoi dire? Hai una cotta per un lupo o altro?» Elise inarcò le labbra rivelando la sua perfetta dentatura bianca. La rivalità tra orsi e lupi andava avanti da secoli, non c’era da stupirsi che lo stuzzicasse su un argomento simile. «Non esattamente.» Elise lo osservò in silenzio e questo lo mise ancora più a disagio. «Hai mai sentito parlare di un orso che ha scelto una compagna umana?» chiese alla fine. Aveva bisogno di saperlo. «Un’umana...» Elise si mise comoda. «In città sembra essere molto comune. Ci sono parecchie difficoltà, comunque. Funziona solamente per chi ha scelto di vivere una vita da umani. Ad ogni modo, mi è venuta in mente una storia piuttosto antica – è più un mito. Tua madre ti ha mai raccontato di Bhaltair e Aileen?» Sollevò lo sguardo, incrociando gli occhi di Derek. La sua espressione nuovamente seria. Lui scosse il capo. Quei nomi erano familiari, ma non ricordava la loro storia. «Nei tempi antichi,» Elise cominciò, «quando vivevamo con gli umani, accadeva spesso che un orso trovasse un compagno umano. Credo fosse importante per rivitalizzare la discendenza. Secondo la storia, Bhaltair era il leader del suo clan, uno scapolo che non aveva mai scelto una donna della sua specie. Un giorno, nel suo villaggio si presentò una ragazza, Aileen, e qualcosa scattò in lui. Un colpo di fulmine. L’orso dentro di lui sapeva fosse la sua compagna. Ovviamente, si racconta ci fossero parecchie ostilità tra mutaforma e umani. Non è proprio una storia d’amore, più di rapimento direi...» «Oh?» Derek rimase sconvolto. Elise aveva descritto proprio quello che aveva provato per Clarice. Un colpo di fulmine. «Quando il padre di Aileen, Lord Domnall, scoprì dove l’avesse portata, radunò tutti gli uomini dei villaggi vicini. Fu uno dei più grandi genocidi della storia. Avrai sentito parlare dei Figli di Domnall... si dice che nacquero per eliminare la nostra razza.» «Ed è per questo che la nostra esistenza è un segreto,» Derek disse, finalmente ricordando la storia che sua madre gli aveva raccontato. «Forse. O magari si tratta solamente di una storia che raccontiamo ai nostri figli prima di andare a letto. Un modo per fargli capire perché sia importante mantenere il segreto. C’è un motivo particolare per questa domanda?» Elise chiese. «Ero solo curioso, non sapevo a chi altro chiedere. Come sai, Aidan è in giro per il mondo, quindi sei l’unico membro della famiglia nei dintorni.» «Capisco. Bene, sono felice di averti aiutato.» Derek fece un cenno a Elise, che capì quella fosse la fine della loro piccola conversazione. Si voltò, sicuramente chiedendosi in che guaio si fosse ficcato, e si diresse a nord, dove Jack la stava aspettando a casa. Non era proprio quello che avrebbe voluto sentire, soprattutto la storia dei Figli di Domnall, ma almeno sapeva di non essere stato l’unico a provare certi sentimenti. Sebbene sua madre avesse sempre creduto nel destino, Derek non avrebbe mai lasciato la sua vita per un’esistenza da umano. L’orso in lui non glielo avrebbe mai permesso. No, si rifiutava di seguire il suo destino. Dalla storia di Elise era evidente che Aileen non avesse provato lo stesso per Bhaltair. Era probabile che anche Clarice non avesse sentito quel colpo di fulmine. Poi non doveva dimenticare l’importanza del codice di segretezza. Esisteva per una ragione. Dovevano nascondersi dai Figli di Domnall. Forse erano solamente un mito, ma questo non cancellava che la gente avesse paura degli orsi. Anche se Clarice avesse provato attrazione per lui, non avrebbe mai potuto confidarle il suo segreto. Avrebbe lottato contro quel forte desiderio. Erano solamente due settimane, buon Dio. Non sarebbe stato difficile resistere a Clarice…
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