XIII - FACCIA A FACCIA CON LA NOTTE L’orca si ritrovò nell'ombra nell'oscurità incommensurabile. La Matutina , scampata ai Casquets, correva tra un’ondata e l’altra: una tregua nel caos. Spinta dal vento, sballottata dai mille strappi delle onde, in quel relitto si ripercuotevano tutte le folli oscillazioni delle onde. Non aveva quasi più nessun beccheggio, un terribile segno dell'agonia di una nave. Solo i relitti rotolano. Il beccheggio è la convulsione della lotta. Solo il timone può sopportare il vento contrario. Nella tempesta, e soprattutto nella meteora di neve, il mare e la notte finiscono per fondersi e amalgamarsi, diventando nient'altro che fumo. Nebbia, vortice, respiro, scivolamento in tutte le direzioni, nessun punto d’appoggio, nessun riferimento, nessuna tregu