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SARAH
Sabato mattina
«Hai comprato Huck Manning?»
Presi tempo di fronte alla domanda di mio papà appena fuori dalla porta del reparto di assistenza tecnica. Sbattei le palpebre.
Ovviamente sarebbe venuto a sapere tutto quello che avevo fatto all’asta. Il Bend era piccolo e le voci correvano in fretta. Io non ero stata discreta nel mio interesse a vincere Huck Manning. Avevo fatto la prima e unica offerta e avrei dovuto asportare una bella fetta al mio conto in banca per pagarlo.
Nessuna donna poteva biasimarmi. Era più di un metro e ottanta di perfezione maschile. Robusto. Forte. Scolpito. Capelli scompigliati biondi tra i quali mi ricordavo di aver fatto scorrere le dita. Una mascella squadrata sulla quale mi ero… seduta. La sua bocca. Dio, così abile. Poteva anche essere il capo
