— Io sono geloso di ogni cosa la cui bellezza non muore. Son geloso del ritratto che mi hai dipinto, perché esso conserverà ciò che io devo perdere. Ogni momento che passa, a me ruba qualcosa e gliene aggiunge a lui. Oh! Se noi potessimo soltanto fare cambio! Se il quadro mutasse ed io rimanessi sempre così! Perché l’hai dipinto? Esso mi burlerà un giorno; si riderà di me orribilmente. Calde lacrime gli sgorgavano dagli occhi; egli si torse le mani e gettandosi sul divano, seppellì il volto nei cuscini, in atto di chi prega. — Ecco l’opera tua, Enrico — disse amaramente il pittore. Lord Enrico si strinse nelle spalle: — Ecco il vero Dorian Gray. Questo è tutto. — Non è tutto. — Sì: è tutto. Che c’entro io? — Dovevi andartene, quando te lo chiesi — egli mormorò. — Rimasi quando me lo