Capitolo I
La testa le scoppiava e aveva un male atroce alle gambe.
Chi l'aveva aggredita, l'aveva trascinata in quel posto e abbandonata lì. Non ricordava chi fosse, né perché. Forse l'aveva creduta morta. E invece era viva. Chissà per quanto.
Tutto attorno era buio. Sapeva di non essere all'aperto, ma faceva un freddo …
Lottando contro la nausea fortissima, cercò boccheggiante il cellulare nelle tasche del cappottino trovandolo a fatica. Funzionava. Il respiro di sollievo durò poco: non c'era campo. Attivò la luce, rischiarando appena ciò che la circondava. Era tutto vuoto. Il terreno irregolare presentava parecchie rocce sporgenti. Se voleva avere qualche speranza di salvarsi, doveva assolutamente uscire da lì. Qualsiasi direzione poteva essere quella giusta.
Con grande fatica si trascinò per qualche metro. In lontananza, scorse una sagoma a terra. Facendo appello a tutte le sue forze, si avvicinò fino a capire che si trattava di un ceppo molto grosso. Impossibile che fosse lì naturalmente. Qualcuno doveva avercelo portato. Spingendosi ulteriormente, ne ebbe la conferma. Molti rami e ramoscelli erano stati collocati alla base per facilitarne l'accensione. Non ne se chiese il motivo. Quel legname poteva rappresentare la differenza tra la vita e la morte. C'era un problema, però. Grossissimo. Non aveva assolutamente nulla per dargli fuoco. Forse chi aveva preparato quel focolare aveva anche pensato di lasciare lì dei fiammiferi o un accendino. Strisciò intorno, puntellandosi sui gomiti. Esplorò con la luce del cellulare ogni punto, senza trovare nulla. Si sentiva sempre più debole. Si adagiò a terra, accanto al tronco, come se la sua sola vicinanza potesse scaldarla.
Se non avesse fatto così freddo … Così freddo …