Bowling umano Le motociclette e i taxi erano più numerosi delle persone a quell’ora. Si era quasi a mezzanotte e il caldo alitava anche sul vasto mantello notturno. Un caldo umido, angosciante, che ti rendeva ancora più indifferente ai pensieri degli altri e alla preoccupazione di fabbricarne di propri. I gatti sbadigliavano, i grilli cantavano superiori e le acque torbide del Tevere ci invitavano nelle loro abitazioni cariche d’ospitalità. Una falsa ospitalità. Un’ospitalità mortale. Lo sapevamo fin troppo bene, pertanto nessuno propose la benché minima idea di una nuotata. Sarebbe stato troppo facile nuotare per liberarsi da quella cappa di stanchezza mentale che c’aveva artigliati. I rumori della città si frammischiavano alle andature scimmiottanti di ubriachi esperti di notti insonni