Me lo ricordo bene quel giorno, sono passati tre anni e centosedici giorni. Io ero triste perché era un giovedì ed ero stata a casa di Isabel, una mia compagna di classe. Faceva il compleanno e aveva invitato tutta la classe per festeggiare. Io non so se avesse invitato anche me solo perché le facevo pena. Non è che avessi molte amiche, anzi, a dirla tutta, non ne avevo nessuna. Non l’ho mai capito il perché. All’inizio pensavo dipendesse da come mi vestivo. Tutta roba alla buona. Mamma rimediava i vestiti da quei cassonetti gialli dove le persone con i soldi ci mettono quello che non gli va più. Buttavano un sacco di roba, quelli con i soldi, e ne compravano altra. Per le scarpe era tutta un’altra faccenda. Le scarpe erano difficili da rimediare, le scarpe erano una brutta gatta da pelare