“Tu sei come me. Scrivi per fame. Ed è la fame che ti fa pensare che, un bel giorno, non sarai più affamato. Niente dura per sempre, vero? Nemmeno la fame. Io le so certe cose. Ma non avevo messo in conto di poter finire così. Stavo finendo di lavorare a un romanzo. L’Ingordo, avevo deciso di intitolarlo. Proprio come me. Ed era eccezionale. Gli editori già se lo stavano contendendo, ancora prima che lo finissi. Avrei fatto scodinzolare dalla vergogna Don Winslow. Derek Raymond si sarebbe rigirato nella tomba, e Jim Thompson si sarebbe calato i pantaloni dall’inferno. Dai retta a me: un cazzo di capolavoro, un’opera leggendaria. E poi, è venuta lei.” Gregorio aveva la triste abitudine di grattarsi le orecchie mentre parlava ma, se non si faceva caso a questa cosa, a ciò che riusciva a tir