PROLOGO-3

2016 Words
“Le hai uccise tu? Come hai potuto?!” Il signore delle tenebre rise compiaciuto. “Un capolavoro, non sei d’accordo?” disse indicando la sua macabra opera. “La pagherai!” urlò Alucard, il volto stravolto dalla rabbia. “E cosa credi di fare, speri forse di uccidermi?! Illuso, farai la loro stessa fine!” lo smentì Dracula ridendo divertito. La rabbia si impadronì del corpo del ragazzo che per la prima volta si trasformò in vampiro, ma non solo: un’aura oscura lo circondò mentre gli occhi un tempo azzurri sfavillavano di un rosso acceso. Sembrava posseduto da un’entità oscura. Dracula lo guardò sorpreso. “Le tenebre hanno uno strano effetto su di te, forse perché le hai rinnegate per così tanto tempo. Bene ragazzo, fammi vedere cosa sai fare!” Con un urlo selvaggio Alucard si scagliò contro il padre che evitò con facilità il colpo e rispose scaraventandolo contro il muro. Il mezzosangue si rialzò e tornò all'attacco, ma non poté nulla contro il potere smisurato del vampiro che in pochi secondi lo mise fuori combattimento. “Saresti stato un ottimo guerriero, ma ormai non vali niente.” Lo sollevò per il collo e lo scaraventò fuori dalla finestra, scagliandolo nel fitto del bosco. Credendo di averlo ucciso, lo lasciò esanime al suolo e se ne andò, sparendo nel cielo della notte. Ma si sbagliava, Alucard non era morto. Il mezzosangue cadde in un lungo sonno che durò molti anni. Molti di noi fanno così, è nella nostra natura. Quando stiamo per morire, o siamo feriti gravemente, dormiamo anche per secoli interi fino a quando il nostro corpo non si è rigenerato. Mentre Alucard dormiva, Dracula cedette il proprio luogotenente a Kain. Alcuni cacciatori avevano teso un’imboscata a Leander, il generale di più alto grado dell’esercito di Norkrak, procurandogli gravi ferite che lo costrinsero ad abbandonare momentaneamente il suo ruolo. Sebastian fu alquanto felice di lasciare il signore delle tenebre per passare dalla parte di Kain, la convivenza col suo antico padrone era diventata ormai insopportabile per entrambi, specialmente dopo l’assassinio di Elaine. Ma il signore delle tenebre non si scoraggiò, tutt'altro: trasformò un guerriero Morghwarth in vampiro, corrompendolo con il suo potere oscuro, e lo nominò suo nuovo angelo della morte e futuro successore. Cancellata ogni traccia della sua vita passata, Angel, così lo ribattezzò Dracula, seguì il suo creatore nelle sue campagne di sterminio diventando spietato e perverso quanto lui, sperando così di compiacerlo e ottenerne i poteri. Non saprei dire quanti anni passarono prima che Alucard si risvegliasse dal suo lungo sonno, ma quando finalmente riaprì gli occhi il suo corpo era guarito e diventato adulto. Dopo un primo momento di smarrimento, il mezzosangue ricordò ogni cosa e fece ritorno alla rocca, o a quanto ne restava. Era in parte distrutta, forse a seguito della guerra tra umani e vampiri che aveva raggiunto anche quelle terre un tempo pacifiche. I corpi di Sonia e Elaine erano spariti. Fece ritorno al paesino della ragazza, trovandolo completamente stravolto: la guerra aveva lasciato il segno anche lì, ingrigendo quello che una volta era stato un ridente villaggio. Nel piccolo cimitero trovò la tomba di Sonia e una lapide lì vicina senza nome, probabilmente appartenente ad Elaine. Giurò di vendicarle a costo di rimetterci la vita. Cominciò a cercare indizi sull'ubicazione della Fortezza Oscura, strappandoli a demoni e vampiri al servizio di Dracula e finalmente, dopo una lunga e faticosa ricerca, arrivò di fronte al maniero. Dracula era comodamente seduto sul suo trono, le gambe accavallate e il mento poggiato sulla mano, occupato a giocare svogliatamente a scacchi con un altro vampiro. Il suo avversario aveva capelli scuri lunghi fino alle spalle e un volto scarno dai tratti volgari e perversi, accentuati dagli occhi neri in cui luccicava una perenne luce maligna. Un rumore dal piano terra attirò l’attenzione del signore delle tenebre che non ci fece caso più di tanto e continuò a giocare con fare distratto. “Scacco.” sbuffò annoiato muovendo l’alfiere. Il vampiro dai capelli neri, alquanto contrariato, mosse la torre e mangiò l’alfiere. “Ecco fatto, tocca a te!” Dracula alzò gli occhi al cielo, poi mangiò la torre con la regina. “Scacco matto.” sentenziò insoddisfatto, era stato fin troppo facile. Il suo avversario guardò sbalordito la scacchiera e, resosi conto di essere caduto in trappola come un allocco, la rovesciò in un moto di rabbia. “Al diavolo questo stupido gioco!” Il signore delle tenebre rise divertito. “Mi dispiace Angel, ma finché non riuscirai a battermi non ti tramanderò nessuno dei miei poteri.” Angel si alzò indispettito e andò a sedersi sul divano poco distante, incrociando le braccia al petto come un bambino. Un altro rumore attirò nuovamente l’attenzione di Dracula. “Si può sapere che diamine sta succedendo là sotto?” sbraitò seccato alzandosi in piedi. La porta della grande sala si aprì di colpo e un vampiro fece irruzione ansimando pesantemente. “Signore, c’è un intruso!” “Un intruso?” ripeté Dracula guardandolo sdegnato. “E non siete ancora riusciti a eliminarlo? Cosa vi p**o a fare?” Il servitore venne colpito alle spalle da qualcosa che lo trapassò da parte a parte, dissolvendosi davanti allo sguardo sorpreso del signore delle tenebre. Angel sobbalzò a sua volta, alzandosi di scatto dal divano. “Chi va là?!” Dracula impugnò la propria spada, imitato subito dal figliastro che afferrò la sua alabarda. Dei passi risuonarono nel silenzio del corridoio. “Ti sei già scordato di me? Hai cercato di uccidermi e ci sei andato molto vicino, ma hai fallito. Non è da te, vero Dracula? O forse dovrei chiamarti padre?!” Alucard uscì dall'oscurità, comparendo dinanzi ai due vampiri. Dopo un iniziale momento di sconcerto, Dracula scoppiò in una fragorosa risata e ripose la spada nel fodero. “A quanto pare il figliol prodigo è tornato a casa! Angel, prepara il vitello, dobbiamo festeggiare!” esclamò ironico prima di studiare attentamente il figlio. “Sei ancora vivo, ti avevo sottovalutato. D'altronde rimani pur sempre mio figlio. A proposito, quasi dimenticavo: voglio presentarti il tuo nuovo fratellino, pardon, volevo dire fratellone.” Angel, che fino a quel momento era rimasto in disparte con l’alabarda ancora in mano, confuso e incuriosito allo stesso tempo, si fece avanti e si presentò con un sorriso fastidioso sul volto pallido. “Ciao fratellino, io sono Angel.” Alucard gli puntò contro la propria spada, fulminandolo con lo sguardo. “Chiamami un’altra volta fratellino e non vivrai abbastanza per farlo di nuovo!" “Ma che caratteraccio che abbiamo!” lo schernì il vampiro prima di voltarsi verso Dracula, in attesa di una sua reazione. “Dimmi Alucard, perché sei qui? Forse ti vuoi vendicare per quello che ho fatto alla tua amichetta e ad Elaine?!” Il figlio assottigliò gli occhi, frenando a stento l’ira che montava dentro in lui. Se l’avesse affrontato in quel momento, spalleggiato da Angel, sarebbe solo morto da stupido senza vendicare proprio nessuno. “No, padre.” rispose forzando appositamente la seconda parola. “Ho intenzione di prendermi ciò che mi spetta di diritto.” “Ma davvero?” esclamò il vampiro fingendosi sorpreso. “E come vorresti fare? Vuoi tentare di uccidermi nel sonno per ereditare i miei poteri? Accomodati pure ma questo significherebbe trasferirti qui. L’eventualità non mi dispiacerebbe affatto, anzi: siamo stati lontani per così tanti anni.” continuò con fare teatrale Alucard fece per rispondere, ma tutto sommato quell'opzione avrebbe potuto fare comodo anche a lui. "In fondo, qui o altrove non farebbe alcuna differenza.” sbuffò cercando di sembrare il più disinteressato possibile, mentre un sorriso compiaciuto si dipingeva sul volto pallido del padre. Trascorse i seguenti tre anni alla fortezza allenandosi giorno e notte, tra l’odio di Angel e i suoi tentativi poco velati di eliminarlo, ritenendolo un ostacolo nella sua scalata al trono di nuovo Signore delle Tenebre, e le continue pressioni mentali di Dracula che tentava costantemente di plagiarlo al suo volere e convincerlo a passare dalla sua parte. Fu durante una di queste angherie che il Signore delle Tenebre segnò involontariamente il proprio destino, stuzzicando una volta di troppo il figlio rievocando l’assassinio di Elaine e Sonia. “Che stupida donna Elaine, credeva davvero di potermi tradire e passarla liscia, portandoti via da me. Per non parlare della ragazza, com'è che si chiamava?” chiese Dracula fingendo di non ricordarselo. “Quella lì, una cacciatrice, ma per favore! Non ha fatto molta strada, non sei d’accordo?” “Ora basta!” urlò Alucard, furente. “Ho sopportato per anni le tue angherie, non ti permetterò di infangare ancora la loro memoria!” “E cosa credi di fare? Ti sarai anche allenato per anni, ma non sarai mai forte abbastanza da uccidermi!” rise il padre, divertito. “Ne sei sicuro?” chiese il figlio con una strana luce negli occhi. “Quando uccidesti mia madre e Sonia io persi il controllo, ricordi? In questi tre anni non mi sono limitato ad allenarmi come dici tu, ho studiato quel potere dentro di me e ho scoperto una cosa molto interessante: quando sono le tenebre a controllarmi, tenebre presenti per colpa tua, la mia forza aumenta notevolmente.” I suoi occhi sfavillarono di un rosso acceso mentre un’aura oscura circondava il suo corpo. Dracula sussultò sorpreso, portando istintivamente una mano all'impugnatura della spada. “E ora riesco a controllarlo questo potere, e ad usarlo a mio piacimento!” gli fece presente con un sorriso maligno prima di scagliarsi contro di lui. Dracula parò a fatica l’attacco, contrastandolo con la propria spada. Non avrebbe mai immaginato che in quei tre anni Alucard potesse imparare a controllare quel potere latente, e soprattutto che la sua forza aumentasse così tanto, aveva commesso un errore a sottovalutarlo. Combatterono a lungo ma nonostante Dracula usasse ogni singola abilità che gli derivava dalle tenebre nulla sembrava scalfire il corpo del figlio che finalmente, dopo un’estenuante e faticosa battaglia, riuscì a disarmarlo e scaraventarlo a terra. Riprese a fatica il controllo rigettando l’oscurità dal suo corpo, voleva essere perfettamente cosciente e lucido nel momento culminante della sua vendetta. “A-aspetta Alucard, possiamo trovare un accordo, risparmiami, sono pur sempre tuo padre. Come credi che ti sentirai dopo avermi ucciso?” Il mezzosangue esitò, guardandolo con odio. “Bella domanda. Ora lo scopriremo!” urlò prima di trafiggerlo senza pietà. Con un urlo disumano Dracula si dissolse in una nube oscura che avvolse Alucard. Il principe acquisì così i poteri del padre sotto gli occhi attoniti di Angel che, rientrato in quel momento da una campagna di sterminio, vide in un attimo i suoi sogni andare in fumo. In preda alla rabbia si scagliò contro di lui che, debole per lo scontro appena concluso, non riuscì ad evitare il suo assalto e cadde a terra perdendo la spada di mano. Angel gli fu subito sopra, immobilizzandolo col suo corpo. “Me la pagherai! Se tu non fossi arrivato l’eredità di Dracula sarebbe stata mia!” “Avanti allora, uccidimi!” lo spronò il principe. Sarebbe morto felice sapendo che Sonia ed Elaine avevano avuto finalmente giustizia, non avrebbe avuto alcun rimpianto. “Ucciderti? No, sarebbe una liberazione per te morire! Ti trasformerò nella cosa che più odi al mondo!” Alucard cercò di divincolarsi, ma fu tutto inutile, la morsa di Angel non gli lasciava scampo. Lo afferrò per i capelli, piegandogli a forza la testa di lato, e affondò i canini nel suo collo. “Questo per te sarà peggio della morte! Buona notte, fratellino!” sentenziò con un sorriso compiaciuto ripulendosi il sangue che gli colava dalla bocca. La trasformazione in un vampiro completo fece cadere il principe in un lungo sonno, modificando il suo corpo. Capita che nel corso della mutazione qualcosa in noi cambi, può essere un dettaglio fisico o nel peggiore dei casi mentale, alcuni perdono il senno risvegliandosi simili a bestie assetate di sangue senza controllo. Fortunatamente, l’unica cosa che cambiò in Alucard fu il colore dei suoi capelli, che diventarono di un bianco candido.
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