XIII.Avevo molte cose in testa mentre ci avvicinavamo agli alloggi di Meeza. Credo di essermi sentito come un condannato che spera che un tribunale superiore ordini un nuovo processo, o che il governatore gli conceda la grazia. C’era più o meno quella speranza, ed era tutto quello che avevo. Gli sguardi che quel tipo mi aveva lanciato sembravano aver segnato la mia condanna, perché se il pensiero gli era venuto in mente, sarebbe certamente venuto in mente a Bruma, che stava cercando una vittima. Continuava a guardarmi con quell’espressione buffa e selvaggia negli occhi e poi disse: — Credo che Ogar sarà contento di te. — Lo spero — risposi. — Davanti a noi ci sono i quartieri di Meeza — disse. — Forse lì troveremo Bruma. — Bene — dissi, — grazie per avermi portato qui. Se pensi che potr