CAPITOLO XIIPregate Dio che il duca di York presenti le sue scuse. Shakespeare: Enrico IV La riunione degli emigranti la mattina dopo fu silenziosa e cupa. Mancava alla refezione mattutina lo stridulo accompagnamento con cui Esther soleva ravvivare i loro pasti, perché il potente oppiaceo che il dottore le aveva somministrato offuscava ancora il suo intelletto. I giovani meditavano sull’assenza del fratello maggiore, e Ishmael, con la fronte aggrottata, gettava torve occhiate dall’uno all’altro, quasi pronto a incontrare e respingere un possibile assalto alla sua autorità. In mezzo a quella famiglia avvilita, Ellen e il suo complice notturno, il naturalista, se ne stavano al loro posto fra i ragazzi senza destare sospetti o suscitare commenti. Unico frutto apparente dell’avventura in cui