8. «Voglio venire anch’io» disse Lana, quella notte. «Cioè, posso? Mi puoi portare su con te?». Tyr le rivolse un mezzo sorriso. «Pensavo di chiedertelo. Vorrei che mi indicassi dall’alto quei due magazzini. Pensi di essere in grado di farlo?». «Sì» rispose lei, senza esitazioni. «E non avrai paura dell’altezza?». «Non lo so. Può darsi. Ma tanto sono con te». Il suo ragionamento non faceva una grinza. «Va bene, andiamo». Salirono su per le scale cadenti, fino alla botola che conduceva al tetto. Tyr saltò e l’aprì con un colpetto della mano, poi prese Lana sotto le ascelle e saltò su. Lana lanciò un urletto. Il tetto era semplicemente una parete orizzontale di cemento, senza parapetto né altro. Era ancora caldo per il calore del giorno. Sotto di loro, le voci degli abitanti di Roci