Capitolo Tre

1977 Words
Capitolo Tre A mezzogiorno, Fuse si affrettòad uscire dalla classe di storia, andò fuori dalla porta di servizio della palestra, e si diresse al campo da tennis. "Forza, Fusilier." Cameron fece rimbalzare la palla bianca sul bordo della sua nuova racchetta Wilson. Realizzata in grana fine di betulla e acero rigorosamente intrecciata con il catgut, era il top della gamma. "Hai già sprecato cinque minuti della nostra pausa pranzo, mangiando". Fuse si infilò in bocca l'ultimo pezzo di panino con pancetta e biscotti e bevve il latte dal thermos. "Arrivo", borbottò con la bocca piena, "arrivo!" Si tolse la giacca, prese la racchetta ed entrò in campo. Cameron fece cadere la palla e la schiacciò oltre la rete. "Quando ti prenderai delle scarpe decenti? È difficile giocare a tennis con quelle brogan". Fuse si lanciò sulla palla che colpendolafinì sulla rete. "Ho ordinato un paio di scarpe da ginnastica dal catalogo Sears Roebuck". Corse a prendere la palla. “Fantastico. Ci vorranno solo sei settimane.” Cameron si spostò di lato ed eseguì un disinvoltorovescio, restituendo il colpo. "Rimbalza sulle punte. Piega le ginocchia e chinati in avanti. Preparati a spostarti a destra o a sinistra, non appena colpisco la palla. Bene. Questa arriva a destra. Gira il corpo di lato non appena capisci dove sta andando. Buttati sul tiro. Riprendi subito la racchetta. No, no, no. Non concentrarti sul tuo rovescio". Mike Cameron era all'ultimo anno di liceo come Fuse, ma era tre anni più grande e 30 centimetri più alto. Snello e muscoloso, era il miglior tennista della contea di Winterset. Lavorare alla fattoria e andare a scuola in bicicletta avevano mantenuto Fuse in buone condizioni, ma non era robusto come Mike. “Devo lavorare sul mioservizio,” disse Fuse. Mancò il tiro successivo e andò a recuperare la palla. Notò tre ragazze sedute al tavolonel cortile dell’edificio amministrativo. Gli sembrò una cosa strana, con i cappotti pesanti e i guanti di lana, mangiavano panini e bevevano dai thermos. Fuse si considerava un tipo carino, ma sapeva che quelle ragazze non erano sedute lì all’ora di pranzo per guardare lui. “Devi lavorare su tutto,” disse Cameron quando Fuse tornò sul campo. “Credi davvero di entrare così all’Octavia Pompeii?” “Hai ragione.” “Bene, lavoriamo sul servizio e sullavolée.Puoi scommettere che tutti i giocatori di livello ‘A’ saranno alla retein un attimo, pronti a farti ingoiare la palla. Sei un po’ basso per il tennis, ma hai un grosso vantaggio essendo mancino. Questo fa sempre andare fuori di testa l’avversario, perché si confonde su quale lato sia il tuo rovescio etu puoi facilmente servire al suo. Ora, servi la palla e corri verso il centro della rete. Devi essere rapido. Prova a farlo veloce in quattro passi.Andiamo!” Cameron e Fuse lavorarono duramente per i successivi quaranta minuti, poi raccolsero tutto e si prepararono ad andarsene. “È l’unico allenamento che fai?” chiese a Fuse mentre lasciavano il campo. “Sì.” “Mmm. Non sarà sufficiente. Conosci qualcuno al country club?” “Si, certo.Nei miei sogni.Comunque,” Fuse indicò le ragazze con la testa, “vedo che oggi è arrivata la tifoseria.” Cameron guardò le tre ragazze e si fermò per far loro un esagerato inchino, tenendo la racchetta di lato e la mano libera in vita. Questo le fece scatenare in un culmine di risate e sussurri. "Quella tua stalla", disse Cameron a Fuse mentre proseguivano verso la palestra, "ha un posto libero, dove non ci siano recinti per maiali o altro?". “Certo,” disse Fuse. “Il lato sud è libero.” “Sai quanto è alta quella rete?”Guardarono indietro verso il campo da tennis mentre Cameron puntava la racchetta verso la rete. “Circa ad altezza bacino.” “Esatto. Dipingiti una linea bianca in quel tuo fienile, altezza vita e lunga sei metri. Servi e colpisci al volo sul lato del fienile. Non preoccuparti di dove rimbalza la palla, basta che la porti un paio di centimetri oltre la linea bianca e poi corri verso il muro.” “Pensi davvero che questo mi aiuterà?” "Devi lavorare sui colpi a terra, sulla schiacciata sopra la testa, sui rovesci e su tutto il resto. Ma ti dico, padroneggia il servizio e la volée, e vincerai a tennis. Forza, dobbiamo lavarci prima della lezione di algebra del signor Anderson". Si diressero verso lo spogliatoio maschile in fondo alla palestra. "Grazie per avermi aiutato", disse Fuse. "Non preoccuparti, ti sdebiterai. Ho ancora bisogno di aiuto con la geometria solida". * * * * * Fuse era seduto nell'ultima fila dell'aula del signor Anderson estava leggendo un grosso libro illustrato. "Signor Fusilier". Fuse sussultò e alzando lo sguardo vide il signor Anderson dirigersi verso di lui. Gli altri studenti guardavano l'insegnante in silenzio. "Ti andrebbe di partecipare alla lezione di oggi? "S-sì, signore." Fuse chiuse il libro e lo fece scivolare sotto quello di matematica. "Bene, allora. Puoi dirmi cosa vedi sulla lavagna?" "È un'equazione quadratica." "Sì!E per gli altri studenti che hanno prestato attenzione nell'ultima mezz'ora senza capire niente della mia spiegazione, qual è la tua definizione di equazione quadratica? "Un'equazione quadratica è un'equazione polinomiale di secondo gradocon una singola variabile, in questo caso, X". "Corretto, ancora una volta". Il signor Anderson tenne il suo libro di testo contro il petto e guardò gli altri. "E ora, le dispiacerebbe darci la formula quadratica?" Fuse studiò la lavagna per un momento, poi rispose: "X è uguale a meno B, più o meno la radice quadrata di B alla seconda, meno quattro AC, tutto fratto due A". Il signor Anderson aprì il suo libro di matematica per guardare una pagina. "Molto bene, signor Fusilier". È tornò in cima alla classe. "Secchione", qualcuno sussurrò dalla sinistra di Fuse. Si girò e vide Monica Cuddlestone che gli sorrideva. Era una brunetta dagli occhi blu intenso, arricciò in modo carino solo il lato destro della bocca. Mentre si leccava il labbro superiore con la punta della lingua, lui si soffocò e girò la testa verso l'insegnante. Lei ridacchiò. “Può tornare aGrey’s Anatomy, signor Fusilier,” disse l’insegnate cancellando la lavagna per iniziare una nuova equazione. “La chiamerò di nuovo se avremo bisogno di aiuto.” Fuse afferrò il libro di anatomia e lo aprì dove la matita aveva tenuto il segno. Non era un libro di nessuna materia del liceo, ma del college, che aveva preso in prestito dalla biblioteca. Voltò un paio di pagine e cominciò a leggere della spina dorsale e del midollo spinale dell’uomo. * * * * * Fuse appoggiò la sua bicicletta contro una quercia torreggiante accanto al portico. Raggiunse a grandi passi la porta d'ingresso e la spalancò. "Ciao papà", salutò mentre gettava i libri e la racchetta da tennis vicino alla porta d'ingresso. Aggirò la sedia a rotelle del padre e gli si mise di fronte. "Hai fatto tutti i tuoi esercizi oggi?". Suo padre non rispose. Fuse prese la posta da sopra il caminetto, dove la signora Smithers la lasciava sempre. Vide una lettera della banca, una fattura del negozio di mangimi da sei dollari e cinquanta centesimi per dodici balle di erba medica e un assegno di cinque dollari per il latte della settimana scorsa. Ma nulla da parte di sua madre o da Octavia Pompeii. Lasciò cadere la posta sopra la mensola e guardò il fuoco per un attimo, poi tirò il tavolo davanti al padre. "Va bene se dipingo una linea bianca sul lato del fienile? Cameron dice che mi sarebbe d'aiuto per la partita di tennis se mi allenassi contro il muro". Guardò suo padre sbattere le palpebre e notò che indossava un cambio d'abito pulito ed era appena stato rasato. Fuse non sapeva cosa avrebbe fatto senza l'infermiera Smithers. Poteva cucinare, dar da mangiare al padre e metterlo a letto la sera, ma occuparsi di un invalido senza aiuto era troppo per lui. Il dottore veniva due volte alla settimana, ma era la signora Smithers che lo teneva in vita e in salute. Non aveva idea di quanto costasse avere un'infermiera lì tutto il giorno - la banca si occupava di tutte le spese mediche - ma era grato del suo aiuto. Quando Fuse raggiunse il set di scacchi, gli occhi di suo padre si mossero ma rimasero indietro rispetto al movimento della mano del figlio, come se ci volesse molto tempo prima che l'azione si registrasse nella sua testa. "Ho pensato a una nuova mossa d'apertura oggi in classe di storia". Fuse sistemò i pezzi. "Voglio vedere cosa ne pensi". Posizionò gli scacchi per entrambe le parti, eseguendo le prime quattro mosse della partita. Suo padre inclinò il mento leggermente verso il basso per seguire i movimenti. "Ok, tu studia questo mentre io vado a controllare Stormy. Potremmo già avere un nuovo puledro. Dopo essermi preso cura degli animali, vado a friggere del prosciutto e delle uova per cena. Ti sembra una buona idea?" Fuse indossò il cappotto e uscì dalla porta sul retro trovando Ransom ad aspettarlo. Il cavallino nitrì, fece una dozzina di passi veloci verso la stalla, poi corse indietro verso Fuse. "Ransom, come sei uscito?" Allungò la mano per dare una pacca sul collo al cavallo. "Quel recinto non si può saltare, e il chiavistello è all'esterno. Hai dato un calcio a qualche tavola? Dopo aver controllato Stormy, andiamo a riparare la recinzione". Il cavallo attraversò veloce la stalla, e Fuse gli corsedietro. Quando arrivarono da Stormy, il cancello era aperto. Fuse sbatté gli occhi e scosse la testa. "Ho le visioni, Ransom, o quel cancello si stava muovendo quando siamo entrati? Si guardò intorno nel fienile silenzioso vedendo i piccioni tubare. Loro agitarono la testa da un lato all'altro, guardandolo. Lui scrollò le spalle. "Forse ho bisogno di un paio di occhiali". Stormy era in piedi accanto al suo abbeveratoio, con la testa bassa e il respiro affannoso. "Ciao, Stormy, tesoro. Ancora niente cucciolo, eh?" Le accarezzò il collo, e lei alzò la testa verso di lui, con gli occhi socchiusi. Si inginocchiò nel fieno e le portò la mano lungo il ventre. "Lo sento muoversi. Non ci vorrà molto ormai". Controllò la sua mangiatoia; era mezza piena. "Oggi non hai mangiato niente". Anche Ransom guardò nella mangiatoia, poi iniziò a sgranocchiare l'avena di Stormy. "E c'è ancora acqua in abbondanza. So che ti senti triste, ma non puoi stare tutto il giorno senza mangiare e bere". Vide che aveva ancora molto fieno. "Bene", disse, poi si fermò un attimo. "Non c'è molto da fare qui. Mi occuperò dei maiali e mungerò le mucche. Poi tornerò a vedere come stai". * * * * * Dei forti colpi svegliarono Fuse. Lui afferrò il cuscino e si coprì la testa. Dopo un attimo, di nuovo quel rumore. Si tolse le coperte e si sedette sul letto. Potrebbe essere la mamma? Ma perché avrebbe dovuto bussare? Con solo il pigiama addosso, si precipitò giù per le scale. Quando raggiunse la porta d'ingresso e accese la luce, sentì di nuovo quel suono, ma dal retro della casa. Guardò l’orologio sul muro: 3:45. Chi diavolo bussa alla porta sul retro a quest’ora? Mentre Fuse si affrettava attraverso la cucina buia, bussarono di nuovo, con più insistenza. Accese la luce della cucina e aprì la porta. “Tu!” Era la ragazza che aveva trovato a dormire nel loro fienile il giorno prima. Ransom saltellava sotto i gradini del portico, quasi quanto lei. La ragazza balbettò qualcosa gesticolando verso il fienile. "Cosa stai dicendo?” Fuse tremava per l'aria fredda. "Non ti capisco". Blaterò un'altra serie di parole agitate e pestò il suo piccolo piede sul pavimento. Poi cullò le braccia avanti e indietro come se stesse tenendo un bambino. "Stormy!” Fuse gridò e corse verso il fienile.
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