Capitolo Due
Rajiani si schiacciò di nuovo contro il muro della cucina e trattenne il fiato.
Un uomo nell’altra stanza! Seduto di fronte al caminetto.
Sicuro sarebbe entrato da un momento all’altro e avrebbe scoperto che gli aveva rubato il cibo.
Riprese a respiraree si avvicinò al tavolo per prendere la sua valigia.Proprio quando la raggiunse, sentì la porta principaleaprirsi e poi un rumore di passi.
“Buongiorno,” intonò una voce femminile. “Come si sente oggi, Signor Fusilier?”
Rajiani si guardò intorno, cercando freneticamente un posto dove nascondersi.
Sono un’Intoccabile. Non posso essere catturata per aver rubato il loro cibo. Mi uccideranno all’istante.
"Oggi si gela là fuori", disse la donna. "Sono contenta che il tuo ragazzo abbia acceso un bel fuoco prima di andare a scuola".
Rajiani non capì le parole della donna, ma aveva sentito quella lingua mentre era in viaggio, in fuga. Anche il ragazzo che l’aveva trovata a dormire nel fienile aveva parlatola stessa lingua.
È stato meschino, ma gli adulti sono odiosi. Sono sempre i peggiori per una come me.
“Vado a fare un po’ di caffè, e poi ci metteremo a lavorosu quegli esercizi. Ne ho uno nuovo oggi per le sue braccia e le sue spalle. Penso che le piacerà molto.”
L’uomo non rispose.
Quando sentì i passi sul pavimento di legno venire verso la cucina, Rajiani saltò fuori dalla porta, tirandola indietro per nascondersi. I passi si fermarono improvvisamente, a pochi centimetri di distanza.
“Bene, a lavoro!” Disse la donna.
Rajiani guardò attraverso la fessura della porta e vide la donna in piedi, con le mani sui fianchi, che fissava il tavolo. Indossava un'uniforme bianca, con la gonna che le arrivava alle caviglie. Le sue scarpe nere alte erano lucidate a specchio e portava un berretto bianco.
“Due piatti sporchi,” disse la donna. “Non ho mai visto Vincent lasciare i piatti in tavola, nemmeno puliti. E cosa ci fa quella lì?"
Di cosa sta parlando?
Rajiani seguì lo sguardo della donna e vide i due piatti. I suoi occhi si sgranarono quando poi vide la sua valigia sul tavolo.
La donna si avvicinò e prese i due piatti, tenendo gli occhi sulla valigia. “Non l’ho mai vista prima. Credo si tratti di cose di scuola di Vincent.” Portò i piatti sul bancone e tornò a prendere la brocca d'acqua.
Stava parlando da sola?Rajiani pensò, penetrando ancora di più nell’ombra.
Una croce rossa era cucita sul davanti del cappello inamidato della donna. Era alta e magra, con una postura perfettamente dritta e il viso privo di rughe. Aveva gli occhiali con la montatura a filo, e la carnagione del colore del cioccolato fondente.
Quella donna è così scura. Potrebbe essere un’Oppressa come me? Ma no, indossa un’uniforme da infermiera, quindi deve essereuna Bramina.
L’infermiera controllò quanta acqua fosse rimasta nella brocca, poi l’appoggiò sul bancone. Aprì la parte anteriore della stufa con un attizzatoio e prese un po’ di legna dalla cassa per alimentare la brace morente. Mentre il fuoco riprendeva vita, canticchiòun motivetto riempiendo a metà d’acqua un pentolino di metallo.Poi posizionòuna caffettiera e un filtro all’interno.
Che strana teiera, come può fare il tè in quel modo?
La donna tirò giù un barattolo da uno scaffale e riempì con una manciata di chicchi il macinino. Dopo averlo fatto girare per un minuto, versò la polvere nel filtro. Coprì la pentola e la mise sul fornello acceso.
“Swing low, sweet chariot”, cantò delicatamente affacendandosi in cucina, aspettando che l'acqua bollisse. “Comin’ for to carry me home.”
Il tremolio del pentolino attirò l'attenzione di Rajiani. Un aroma riempì la stanza, ma lei non lo riconobbe. A suo parere, era l'odore della quercia bruciata.
Sicuramente, non bevono questa cosa.
“Swing low,” continuò l’infermiera, e cantò la canzoncina versando il liquido scuro in due tazzeaggiungendo poila panna e lo zucchero.Le tazze tintinnarono sui loro piattini mentre le portava nella sala da pranzo.
“Adesso abbiamo del buon caffè, Signor Fusilier.”
Quando la donna lasciò la cucina, Rajiani uscì da dietro la porta e sbirciò nell'altra stanza. L'uomo era rimasto seduto nella stessa posizione di prima, a guardare il fuoco. Solo allora si accorse che era su una sedia a rotelle di legno, ma non era vecchio.
Chissà come mai è paralizzato, cosa gli saràsuccesso?
L'infermiera mise le tazze sul tavolino accanto all'uomo. Ne mescolò una e intinse un cucchiaio nel caffè fumante.
“Mi assicuro che non sia troppo caldo”. Sorseggiò. “Mmm-umm, dolce e cremoso. Proprio come piace a lei”.
Prese un altro cucchiaino e glielo portò alle labbra. L'uomo scosse la testa, come se si fosse spaventato, poi sorseggiò rumorosamente dal cucchiaino. Ingoiò e si leccò le labbra.
“Certo che è buono. Gliel’avevo detto, no?” Ridacchiò prendendo un altro cucchiaio. “Il Dottor Mathews ieri pomeriggio mi ha detto così: ‘Julia, fai due serie complete di esercizi due volte al giorno per il Signor Fusilier.’Quindi è questo quello che faremo.” Fece un sorso dalla sua tazza e la rimise sul piattino. “Subito dopo il caffè, misuriamo la pressione sanguigna, auscultiamo il cuore, e poi lavoriamo su queste gambe. Quel dottore dice che finché terremo i muscoli in movimento, non si atrofizzeranno.Poi, quando si sentirà meglio, sarà in grado di camminare e tutto il resto. Anche tornare a lavorare in questa sua grande fattoria. Lo so che Vincent lavora sodo, cerca di tenere tutto in piedi, ma avrà bisogno del suo aiuto per la semina primaverile.”
Rajiani fece un passo indietro, allontanandosi dalla porta. Si avvicinò in punta di piedi al tavolo, prese la valigia e si precipitò verso la porta sul retro. Silenziosa come un felino, afferrò la maniglia.
Piano, piano, non farla scattare.
“Sì, signore” la voce che provenne dall’altra stanza la spaventò."Sentiamo come batte questo cuore stamattina, e dopo il nostro primo esercizio, scriverò una bella lettera alla vostra signora. Vorrà sicuramente sapere tutto sui vostri buoni progressi".
Rajiani oltrepassò la porta e la chiuse. Una volta fuori dalla zanzariera,scappò verso il fienile.