2. Jackson Risalii sull’autoscala e Reynold rimise in moto. La mia goccia di sudore che scivolava tra le tette di quella tizia mi era rimasta in mente come la luce di una lampadina quando chiudi gli occhi dopo averla fissata per qualche secondo. «Minchia, che fighe» disse Ray, quando ci fummo allontanati di qualche metro. «In effetti» borbottai io. A volte la sua esuberanza mi imbarazzava. E nel compartimento sentimentale, in quel periodo, ero messo così male che era come se fossi un po’ anestetizzato. Continuavo a pensare che quella sera avevo la buffonata settimanale con mia moglie. Per qualche minuto mi era uscito dalla testa, ma ora il pensiero era di nuovo lì. «Specie la rossa. Con quei tacchi a spillo... mmm. Mi piacciono quelle con i tacchi a spillo. In certi momenti, no? Con u