“Io –“ mi mancarono le parole. Non potevo dire di sì. Non ancora. E se si fosse fermato? E se questo fosse stato solo una specie di gioco malato, per ingannarmi e convincermi ad accettare lui e Dare – per poi ritornare ai modi di prima? Avevo bisogno di sapere dove mi avrebbe portata. Avevo bisogno di sapere se potevo fidarmi di lui, o se aveva intenzione di usarmi e basta, come tutti gli altri, senza mai mostrarmi il suo vero io. Quando mi zittii, mi ringhiò nell'orecchio. “Bene. Capisco. Sento che hai dei dubbi, Hannah. Mi merito questa sfiducia, perché non sono stato onesto con te.” Le sue mani scivolarono e mi afferrarono i seni, e io gemetti. Me li strinse con forza, e i miei gemiti si trasformarono in singhiozzi mentre la stimolazione mi inondava tutta. Premetti il culo contro il s