Quando accostò il glande alla sua apertura si rese conto che era scossa da un tremito. «Vuoi che mi fermi? Non è un problema, sai». Anche se sarebbe stato seccante, a quel punto. Voleva vederlo entrare in quel triangolino pallido ogni secondo di più. Lei scosse la testa. «Fai piano». «Se continui così ti sborro in faccia». Le sfuggì un sorrisino. «Capisco. Ma dico sul serio». «Dico sul serio anch’io». Spinse il proprio glande dentro il buchetto di lei. Entrando le allargava le grandi labbra e le piccole labbra in modo perfetto. Deformava quella cosina minuscola. Le sprofondò dentro con tutta calma. Brianna iniziò ad ansimare, a emettere una sorta di uggiolio eccitante da morire. Sì, l’impressione era di non starci. Le titillò il clitoride, facendola gemere più forte. Era tutta piena