2. L’uomo che aggredì Tess la spintonò bruscamente e la fece quasi cadere a terra. Le strinse con forza i manici della borsa ed esclamò: «Ehi!». L’uomo, le cui mani avevano raschiato freneticamente il davanti del suo cappotto, riuscì a recuperare l’equilibrio e la fissò con sguardo confuso. «Mi scusi…» mormorò, e Tess si rese conto che non era un aggressore. Invece era un tizio alto e magro, dal viso affilato ma non sgradevole, dall’aspetto serio e dall’abito di buona fattura. Indossava un cappotto leggero grigio scuro e aveva in mano il sacchetto di un negozio costoso. Un rivolo di sangue gli scendeva dalla tempia. «Lei è ferito!» esclamò, preoccupata. Lui si toccò la fronte, confuso. Ritirò la mano e osservò il sangue. Non sembrò stupito. Tirò fuori un fazzoletto da una tasca e si