8. Venne fuori che non lo ero. Rientrare nella casa dove era successo tutto fu un colpo inaspettato. Vedere la porta sfondata, i mobili rovesciati... il sangue sulla moquette. «Q-quello è mio?». Brancato mi strinse un braccio. «Va tutto bene». «N-non va tutto bene, mi scusi. Alec ha cercato di uccidermi. O di ferirmi, non lo so. Come fa ad andare tutto bene? Come ho fatto... come ha potuto succedere proprio a me? Che cosa ho fatto di così... sbagliato?». Anche se in profondità sapevo già che cosa avevo fatto “di così sbagliato”. «Shh... respiri. Avrà fatto sicuramente degli errori. Non sono qua per assolverla. Ma qualsiasi errore abbia fatto questo non è colpa sua, okay? Bisogna davvero che smetta di pensarlo». Avevo iniziato a piangere. Mi aggrappai alla sua mano in cerca di confor