10. Ero tesa, quando tornai al lavoro. Avevo paura di veder spuntare all’improvviso Alec con una mazza da baseball in mano. Immaginavo in ogni vivido dettaglio lui che me la schiantava addosso fino a rompermi tutta. Era un pensiero orrendo, lo capite da soli, ma era anche un pensiero così deprimente... l’uomo con cui avevo progettato di costruire una famiglia, almeno per un periodo, aveva sfondato la porta di casa mia e aveva provato a farmi del male. Mi aveva fatto del male. Andai verso gli ascensori a tutta velocità e mi affrettai a salire al mio piano. In ufficio trovai ad attendermi una specie di festa e fu così inaspettato, così improvviso, che scoppiai a piangere come una scema. «Bentornata» disse una voce maschile alle mie spalle, e Logan per un istante mi circondò le spalle co