Quando alla fine avvicinò i piedi alle fiamme non trattenne una smorfia di dolore. L’insensibilità era stata preferibile. «Hor, che fame» commentò Johan, indifferente alle sue sofferenze. «Sono due giorni che non mangio» replicò lei. «Ormai non ci faccio più caso». «Non scalda tantissimo, quel fuoco» sottolineò lui. «Forse dovrei riprendermi il mantello. Da domattina avrei anche qualcosa da mangiare». Selina fece un’espressione disgustata e lui rise. «Sto scherzando. Non ti mangerei, a meno di non essere davvero vicino a morire di fame». Lei non rispose. Si piegò lentamente da una parte, fino a stendersi su un fianco sul terreno gelido e umido. Forse non avrebbe dovuto dormire, ma era stanca. Aveva sonno. Tanto, tanto sonno... Johan la scosse con la punta di uno stivale. «Non ti addo