Era un dono di Enzo per me, gigantesco, di quelli che fanno tremare la pancia ai bambini e li porta vicino a una pipì incontrollabile. Dopo la visita che facemmo insieme alla fiera campionaria di Milano, Enzo mi spedì a casa, via puzzolente camion dei porchettari, quel pacco dove io potevo starci tutto intero, disteso e con le braccia alzate. Che parole inadeguate “fiera”, “visita”, per me era come esplorare il sistema solare, lo spazio più sterminato che la ricchezza umana potesse riempire. Mi portarono nel settore giocattoli e siccome ero stanco per il tanto camminare, Enzo mi fece salire su di una pedana vibrante che toglieva la stanchezza ai visitatori e ai loro piedi esausti. Assomigliava a una grossa bilancia, di quelle che si trovano negli angoli delle farmacie, e mi faceva tremare