2 CATHERINE Mi leccai le labbra e mi costrinsi a guardare avanti, come una donna razionale e ragionevole. Quante volte mi avrebbe fatta arrossire quell’uomo? «Io mi chiamo Jack, comunque.» Mi leccai di nuovo le labbra, la leggera umidità lasciata dalla mia lingua che mi stuzzicava con varie possibilità mentre rispondevo. Magari era così che funzionava, l’abbordare un uomo. Magari Elaine aveva ragione. Magari potevo farcela. «Catherine.» Jack spostò le gambe così da allungarle un po’ nel corridoio. «Cosa fai che ti rende così stressata?» Presi in considerazione l’idea di mentire per una frazione di secondo, ma il mio istinto si ribellò a quel pensiero. Se non riusciva a gestire una donna con un po’ di cervello, allora non ero interessata in ogni caso. «Sono una rappresentante legale.»