4. Lo bacio. La sua bocca è aspra, sa di vino e di curry, non oso immaginare che cosa abbia mangiato. Ma è anche la sua bocca e il mio stomaco fa una capriola. Gli infilo le dita tra i capelli e, sul serio, quest’uomo è un rudere. Ha i capelli appiccicati e la barba come un cespuglio. Gli puzzano le ascelle. È una cosa ridicola, perché Rashid è sempre stato fin troppo pulito. Per lui la tahara, la purità rituale, è sempre stata importantissima. Non si limitava alle abluzioni parziali, se poteva lavarsi del tutto. E ora gli puzzano le ascelle ed è l’ultima cosa al mondo di cui mi importi. Lo bacio. Le nostre lingue si intrecciano e sento le sue mani tra i capelli, sulla faccia. « ... ’Ant jamilat jiddaan» mormora nella mia bocca. Sei così bella. Slaccia la cintura del mio impermeabile