12. Caradoc si chinò per baciarla. Vedeva che era esausta e forse scossa, ma che comunque aveva voglia di lui. Era una strana sensazione. Come se nel sedile posteriore del suo cervello ci fosse qualcuno che gli suggeriva di fermarsi, di prendere tempo, di non essere così aggressivo. Ma un’altra parte, dominante, era alla guida e voleva solo premere sull’acceleratore. Perché era inebriante stare tra le cosce di Sienna, sentirla godere, sentirla ansimare e chiamare il suo nome, avere la chiara percezione che gli avrebbe concesso tutto quello che voleva, che si sarebbe data e basta, senza negargli nulla. Intrecciò la lingua alla sua e di nuovo sentì quell’impulso contraddittorio a rallentare. A prenderla tra le braccia, confortarla, farle sentire con calma il proprio desiderio. Sprofondarl