7. La Katel nello specchio era pallida e sconvolta. Tremava come una foglia. Aveva i capelli fradici e il collo sporco di sangue misto ad acqua. Due ferite piccole e profonde, due trafitture più o meno come quelle dei film. «Cazzo...» sospirai. Mi tirai indietro i capelli con mani incerte, provando a osservare meglio nella luce fioca della specchiera. Era proprio vero. Mi venne in mente un’idea orribile. Che Florian fosse ancora lì, nascosto in casa, e che stesse aspettando il momento giusto per attaccarmi. Fu come prendere uno schiaffo. Florian? Sul serio? Ma mi aveva morso. Che fosse un vero vampiro o un malato di mente, aveva cercato di bere il mio sangue. Ci era pure riuscito. Dio, che schifo. Sempre più agitata, tornai nell’altra stanza. Quasi mi aspettavo di trovarlo lì, ma