“Cosa c’è, Calvin?” si informò Astrea, con voce tesa e allarmata. Lo sguardo allucinato, Calvin aveva un’aria stranamente eccitata, in contrasto con il più che giustificato stato d’animo che aveva da quando Evan era stato smascherato. Da quel giorno era l’ombra di sé stesso. Il ragazzo solare e positivo, col sorriso sempre pronto come la sua disponibilità, pareva non essere mai esistito. Le rare volte in cui lo si vedeva in giro, pareva il ritratto della disperazione e dello sgomento. “Ci siamo!” esclamò sottovoce, con fare inaspettatamente trionfante. “Eh?!” si stupì Ares, non riuscendo affatto a comprendere a cosa si riferisse. “Come … Eh? Te l’avevo detto o no, che non poteva essere lui?!” ribatté convulso l’altro. Lui si accigliò. “L’ho visto, ti ho detto! Umbra è qui!! È ancora