Calvin, comunque, non era il solo a dubitare dell’effettiva colpevolezza del fratello. Astrea sosteneva che Evan non fosse all’altezza di eseguire sortilegi così sofisticati e, quando il Trio le rammentava che senz’altro aveva studiato giorno e notte per mesi, dato che non lo si vedeva mai in giro, lei ribadiva che non bastava l’apprendimento teorico, anche se approfondito. Tutti sapevano che non era sufficiente imparare una formula: occorreva addestramento ed esperienza. Ares era d’accordo con lei. Per motivi diversi, però. Era vero che aveva sempre avuto indulgenza nei confronti di Evan, riconoscendosi nell’arroganza e rabbia che anche lui provava alla sua età, ma aveva fatto presente che non poteva credere, che il quindicenne fosse diventato così malvagio da addirittura ferire i suoi co
